Qualche settimana fa mi sono bevuto in pochi giorni Jekyll, miniserie inglese televisiva in sei episodi andata in onda nel 2007. Come intuibile dal titolo, è basata su e adatta ai nostri giorni Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson. Pur non trovandola perfetta e con un finale forse un po’ sotto tono, ecco 5 motivi che me la portano a consigliare caldamente.
Cover orrenda, non c'è che dire
1) Il personaggio scelto.
Golly! An olde chap is coming out from your arse!Il Dr. Jekyll, con il suo socio, è uno dei personaggi più interessanti e curiosi della letteratura fantastica e della fiction in generale, semplice e ricco di un potenziale che gli permette di essere trasposto in qualsiasi tempo e luogo senza perdere un filo di fascino. La lotta tra i due lati dell’animo umano e la decisione se sia meglio, o possibile, sopprimerne uno oppure riuscire a farli convivere non manca mai di far scaturire quesiti morali interessanti. Se questo è merito soprattutto di Stephenson, devo dire che gli autori del serial riescono a mantenere questo spirito ben vivo e a non cadere nell’involontaria macchietta, dando semmai una profondità maggiore e più in linea coi tempi al personaggio.
2) L’attore protagonista.
Mi piace cenare in sicurezzaJames Nesbitt interpreta Jekyll e lo fa in maniera impressionante, calandosi a seconda dei casi nei panni del Dr. dal palo in culo o in quello di Mr. Scavezzacollo e riuscendo a dare a entrambi una giusta dose di sfumature già dal primo episodio, andando poi a sottolinearle via via che la storia procede e i due si conoscono meglio. Che si tratti di scene quasi surreali (il balletto nella gabbia dei leoni è fenomenale), di tortura psicologica o fisica, di passione o di romanticismo, Nesbitt riesce sempre a rendere tutto coerente e in sintonia con il personaggio senza mai forzare la mano.
3) Il fatto che fondamentalmente sia un sequel del romanzo.
La serie non si limita a trasporre il romanzo di Stevenson ai giorni nostri adattandone la storia, ma tenta di allargarne il mito partendo dall’assunto che il Dr. Jekyll e socio sia esistito sul serio, abbia avuto dei discendenti (più o meno) e che un’Organizzazione Segretissima sia sulle tracce di questi ultimi da oltre un secolo per tipiche motivazioni da super-cattivi (soldi e potere). L’idea dell’Organizzazione Segretissima ha sempre il suo fascino, con i suoi uomini armati che non fanno domande, attrezzature avveniristiche e basi super segrete con il livello sotterraneo super segretissimo. Per quanto mi riguarda quello che scricchiola di questo aspetto è il voler fondere aspetti sci-fi e thriller con quelli più sovrannaturali della vicenda, miscela difficile da preparare e che ogni tanto lascia un po’ un saporaccio in bocca.
4) Lo Humor Inglese.
L'alternativa era un primo piano di BennyHillL’intera serie gode di robuste dosi di commedia disseminate qua e là per stemperare i momenti più drammatici. Hyde passa da battute fulminanti a pestaggi senza freni in un battito di ciglia, così come i co-protagonisti si lasciano andare a battute e azioni a un passo dalla strizzata d’occhio allo spettatore senza scivolare nella parodia.
5) Il cast.
"Non hai abbassato la tavoletta del cesso e la spazzatura è ancora nell'entrata!"La serie si avvale di un discreto numero di personaggi di contorno meno banali del solito. Il più importante è senz’altro la consorte di Jekyll che se all’inizio pare la classica moglie straccia palle, lungo i sei episodi acquista spessore sia per il suo ruolo centrale ai fini della trama, sia nel suo palesarsi come elemento essenziale nel triangolo con Jekyll e Hyde, vera e propria altra metà dell’anima. O forse altro terzo? Bò!
Anche i cattivi non sono male, dall’americano un po’ sbruffone che fa una bruttissima fine all’inglesissimo traditore, e ci butto dentro pure il soldato cazzutissimo che fa una comparsata breve ma intensa verso il finale. Menzione anche per il dinamico duo di detective lesbiche, e per l’infermiera di Jekyll che si merita una menzione speciale.
MENZIONE SPECIALE) L’infermiera di Jekyll.
Zitti e in ginocchio a lodarlaSe pensate mi riferisca al lavoro sulla psicologia, alla sua crescita personale lungo gli episodi e il suo ruolo all’interno della storia, vi sbagliate. Il fatto è che Michelle Ryan in questa serie è così bella da non riuscire a toglierle gli occhi di dosso, altera e fragile, risoluta e dubbiosa. Si, è una motivazione stupida e testosteronica, ma ogni volta che la inquadrano è una gioia per gli occhi.
Gnocca pazzesca a parte, la mini mi ha sfagiolato parecchio, soprattutto per l’atmosfera allucinata che si respira, la fanciullesca mancanza di remore di Hyde e per quel mostro di bravura di Nesbitt (di cui ora voglio recuperare Murphy’s Law). E’ un peccato che il finale risulti un po’ troppo accelerato e, a causa dello scontro tra sci-fi e sovrannaturale cui ho accennato sopra, un po’ confuso e indeciso, ma vale decisamente la visione.