giovedì 26 maggio 2011

Lo stravagante mondo di Greenberg

Greenberg è un film con Ben Stiller ma non di Ben Stiller. E non è un film propriamente divertente ne tanto meno comico, per cui se cercate una commedia per farvi quattro risate saltate pure film e post.

Stiller interpreta il Greenberg del titolo, uno che quando era giovane poteva fare grandi cose col suo gruppo musicale ma che ha mandato tutto in merda a causa del proprio ego. Il suo ego continua a precludergli una vita normale dato che lo porta a isolarsi dal mondo, chiudendosi in se stesso e allontanando tutti, amici e parenti compresi che mal lo sopportano. Ha passato qualche tempo in una clinica per riprendersi da una crisi non meglio specificata, e arriva a Los Angeles dove incontra vecchi amici. E qui si accorge di essersi ritrovato improvvisamente un quarantenne senza aver mai veramente vissuto la propria vita.

E’ un film amaro e plumbeo in cui di vera e propria trama ce n’è poca e ci si concentra sulle solitudini dei vari personaggi che tracheggiano da un punto all’altro della loro vita più per inerzia che altro. A volte si ride ma difficilmente lo si fa per gioia, come ad esempio quando Greenberg si ritrova suo malgrado in una festa di adolescenti e bello pompato da alcol e droga si lascia andare a uno sproloquio sui giovani che lo spaventano e che sprecano la propria gioventù. Solo che non fa ridere per quello che dice ma perché a dirlo è un 40enne che non ha mai superato l’adolescenza, e non s’è mai goduto la vita. E’ ridicolo in maniera dolorosa.

Greenberg è un personaggio tutt’altro che simpatico, uno di quelli fissati sui propri problemi che considerano i più grandi problemi del mondo. Che non vogliono condividerli con nessuno perché in questo modo dovrebbero avviare una relazione dando qualcosa di se all’altro, ma in questo modo risulterebbero meno unici ai propri occhi. Da qui l’isolamento odiato ma in un certo senso ricercato e il perenne spernacchiamento dei problemi altrui, mai veri e propri problemi secondo Greenberg ma piccolezze e fanfaluche.


Altra scena che secondo me colpisce è la trombata tra Greenberg e quella che forse potrebbe diventare la sua ragazza: goffa, meccanica, senza passione, senza gioia, più sopportata che vissuta e goduta. In quella scena penso risieda tutta la solitudine di un uomo che non vuole aprirsi agli altri.

Insomma, badilate di allegria.

Epperò una guardata io gliela darei. Se siete fortunati ci potreste trovare aspetti di qualche vostro conoscente, se siete sfortunati qualcosa di voi.

1 commento:

Dave ha detto...

A me è piaciuto molto, e Stiller dimostra di essere un ottimo attore anche senza fare lo scemo,