lunedì 1 agosto 2011

Do androids dream of electric sheeps? - Philip K. Dick

Una gioviale scossetta elettrica, trasmessa dalla sveglia automatica incorporata nel modulatore d'umore si trovava vicino al letto, destò Rick Deckard. Sorpreso - lo sorprendeva sempre il trovarsi sveglio senza alcun preavviso - si alzò dal letto con indosso il pigiama multicolore e si stiracchiò. Ora, nell'altro letto, anche Iran, sua moglie, dischiuse gli occhi grigi, tutt'altro che gioviali, sbatt le palpebre, quindi gemette e li richiuse.
"Hai programmato il tuo Penfield a volume troppo basso" le disse. "Te lo alzo e ti sveglierai come si dve e…"
"Già le mani dai miei programmi" La voce della donna aveva un tono di tagliente amarezza. "Non voglio svegliarmi"
Le si sedette accanto, si chinò su di lei, e le spiegò con dolcezza. "Se regoli la scossa su un livello abbastanza alto, sarai contenta di svegliari, capito? Al livello C supera la soglia cheblocca lo stato di coscienza; con me, perlomeno, funziona." Con premura e delicatezza, perchè si sentiva ben disposto verso il mondo - lui aveva scelto il livello D - la toccò sulla spalla nuda, pallida.
"Toglimi di dosso quelle manacce da sbirro! esclamò Iran.
"Non sono uno sbirro" Si sentì irritato, ora, senza che avesse digitato il codice corrispondente.
"Sei peggio di uno sbirro" disse la moglie, gli occhi ancora chiusi "Sei un assassino al soldo degli sbirri"
"In vita mia non ho mai ucciso un essere umano" L'irritazione si era intensificata, adesso; si era mutata in aperta ostilità.
Iran precisò: "Solo quei poveri droidi"

Do androids dream of electric sheeps? - Philip K. Dick




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