I Pinguini di Madagascar è uno dei cartoni animati più divertenti che abbia mai visto. Non di quest’anno, di sempre. Considerando quanto mi faccia ridere la serie animata un po’ ci speravo, ma il film ha superato di gran lunga le mie aspettative, tirando fuori 90 minuti in cui si ride praticamente di continuo.
Se siete tipi da “La storia è regina!” probabile che la trama non vi dica nulla: c’è un cattivo che vuole vendicarsi dei pinguini. Non solo dei pinguini protagonisti, ma di tutti i pinguini. Perché loro sono carini e coccolosi e hanno rubato la scena, in vari zoo in giro per il mondo, a lui che è brutto. Peccato che i pinguini siano si carini e coccolosi ma siano anche spie altamente specializzate in grado di cavarsi d’impiccio.
Se invece siete tipi da slapstick, che vi divertite più con la comicità di Tex Avery, per cui l’accumulo di gag, scenette comiche, tormentoni e robe funamboliche che si susseguono a rotta di collo sono il vostro pane, sono abbastanza sicuro che sia il film giusto per voi.
Insomma, è una spy story in tutto e per tutto, con un attitudine action ma, soprattutto, è un cartone animato comico.
Perché ne i Pinguini si ride di continuo, tutto succede con l’unico scopo di far scoppiare la risata sul momento, di mettere in scena premesse evidentemente appoggiate per una gag successiva, tormentoni che si affastellano per divertire e mantenere alto il rapporto minuti-battute. E tutto o quasi accade in movimento.
Ora tiro fuori un paragone esagerato: avete presente le sequenze più cinetiche del Tin Tin di Spielberg? Ecco, Simon J Smith ed Eric Darnell, i registi di Pinguini, non sono di certo Spielberg, ma l’attitudine che hanno messo in un paio di sequenza, tra cui quella ambientata a Venezia e quella del furto del velivolo da parte di Skipper e soci secondo me sprizzano quel tipo di attitudine tipicamente Spielbergiana: il movimento racconta e l’ambiente in cui le cose accadono deve essere sfruttato in tutti i modi per raccontare. In quelle due sequenze credo ci sia l’attitudine del film: siamo qua per farvi divertire muovendo questi personaggi in situazioni esagerate.
Guardate cosa succede se li lanciamo a rotta di collo da un aereo quattro pinguini che sono anche spie ed eroi d’azione: succede che Tony Stark in Iron Man 3 ce lo sgrulla, ecco cosa.
Prendiamo i rispettivi capi dei due team che devono salvare il mondo e facciamoli battibeccare tra di loro in tipico cliché da film d’azione, e abbiamo un dialogo da lacrime agli occhi, che funziona non solo per le battute, e intendo le parole dette, ma per come questo dialogo è stato girato e montato. Perché se fusione tra action e commedia slapstick deve essere, che a farci ridere a crepapelle e a tenerci con gli occhi sgranati allora siano l’azione e il movimento.
Come i movimenti e le movenze del cattivo e dei suoi sottoposti. Il cattivo, Dave (o è Dereck? Darryl? Denzel?) si muove in una maniera che non ha il minimo senso, è esagerata, è poco fluida, angolosa ma proprio per questo fa ridere, lo rende diverso da tutti gli altri e grottesco e, per quanto possibile in un film per bambini, inquietante. Ovvio, non siamo dalle parti del Giudice di Chi ha incastrato Roger rRabbit, ma probabile che gli occhi di Dave, e la sua assenza di rimorso nell’aver (forse, ok, lo concedo) ucciso un pinguino, possano toccare con il loro stridore rispetto all’atmosfera comica del film qualche bimbo.
Sottolineo la questione movimento e cartone animato, nel senso di cartoon, perché in questo lungometraggio è quello che ci viene dato senza mai promettere altro: non è un cartone animato che vuole essere realistico, non vuole mettersi la giacchetta da StoriaImportante™, drammatica o con chissà quale sotto testo. Vuole far ridere a crepapelle per 90 minuti, qui e ora, con un controllo dei tempi comici ammirevole, con un’inventiva visiva ricca e con un ritmo serrato.
Per i miei gusti ci riesce, nonostante personaggi di contorno poco approfonditi (per quanto il loro essere palese presa per il culo dell’EroeD’Azione troppo cool e consapevole un po’ li salva, “Ecco perché bisogna guardare l’esplosione!”) e la trama davvero esile.
Però non è per le trame che guardiamo di continuo le disavventure di Wile E. Coyote, no?
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