Frank è un uomo mediocre
che ha subito umiliazioni per tutta la sua vita. Le cose cambiano
Quando sua moglie viene rapita dal piccolo boss della città.
Convinto da una visione mistica che lo convince di essere stato
scelto da Dio, si veste come un supereroe e comincia a picchiare con
ferocia i piccoli criminali di zona, facendosi chiamare Crimson Bolt.
Pensavo che Super fosse
una parodia o peggio una commedia con la puzza sotto il naso.
Nonostante sia scritto e diretto da James Gunn, autore di Slither che
ho trovato molto divertente e onesto, mi ero fatto gabbare dalla
locandina in salsa Juno. Questo per dirvi che l'ho visto con un
discreto pregiudizio, compreso quello verso Ellen Page
che per quanto
apprezzi come capacità, mi sta sul cazzo a pelle. Il che forse è
d'aiuto nel suo interpretare Boltie, l'aiutante di Crimson Bolt.
E invece Super mi è
piaciuto molto. Oddio, piaciuto magari non è il temine corretto,
dato che in vari passaggi mi ha trasmesso più che altro disagio e
fastidio per come la violenza viene mostrata e vissuta dai
personaggi. Si, ci sono momenti buffi, ma quando Crimson Bolt prende
a colpi di chiave inglese i cattivi, la risata lascia quasi subito lo
spazio al fastidio. Non so se si tratta di sensazioni che nascono
come risposta ad anni di violenza estetizzata e laccata così vuota
da non avere alcun peso emotivo, ma credo che Gunn abbia fatto un
ottimo lavoro nel riportare il focus su un aspetto molto semplice: la
violenza non dovrebbe sempre e solo fare ridere o essere figa.
E se all'inizio pare di
essere di fronte a un film leggero, le cose si deteriorano mano a
mano che Crimson Bolt fa esperienza e comincia a picchiare sempre più
duro. Il gioco degli equilibri tra divertente e fastidioso riesce
quasi sempre bene, e quasi sempre le cose pendono più dalla seconda
parte.
In questo penso sia
esemplare la scena dello stupro, che comincia come una seduzione da
porno per poi colare nel territorio del torbido e del disturbante e
finire letteralmente con conati di vomito e la testa nel cesso. E'
fastidiosa e colpisce proprio per la messa in scena che è l'antitesi
del sexy, del glamour e dell'hot a tutti i costi.
Credo che questo tipo di
scelte funzioni in parte grazie al tipo di personaggi che vengono
raccontati. Crimson Bolt e la sua sidekick Boltie non sono due fighi.
Non sono nemmeno due sfigati che diventano fighi una volta che si
mettono i costumi e combattono il crimine. Sono due derelitti che una
volta indossato il costume continuano ad essere dissociati dalla
realtà, senza arte ne parte, ma sfogano anni di frustrazione su
criminali. Che se è vero che in alcuni casi sono davvero criminali
colpevoli di reati pesanti, almeno in due casi sono solo stronzi
maleducati che si ritrovano dalla parte sbagliata di una chiave
inglese. E la gioia e la soddisfazione che prova il dinamico duo nel
picchiarli vira nel maniacale più che nel senso di giustizia.
Sul finale pare ci sia un
minimo di speranza per Crimson Bolt, ma il succo del discorso sembra
più essere quello di accontentarsi del poco di buono che può
capitare in un mare di umiliazioni e sofferenza. E' poco accomodante,
più amaro di quanto l'inizio potrebbe far pensare, grazie anche allo
staccarsi da un finale assolutorio e già visto.
Come dicevo, dire che mi
sia piaciuto forse non è il termine più corretto, ma di sicuro mi
ha colpito più di tanti supereroi che oltre alla tutina non hanno
nulla.
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