Ciao a tutti, mi chiamo Davide Costa e sono un paziente trapiantato.
Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2008 mi sono dovuto sottoporre a un trapianto di fegato da cadavere. Praticamente sono diventato uno zombie per il 2% circa del mio corpo.
Motivazione del trapianto: recidiva di carcinoma fibrolamellare nella forma di alcuni noduli ben piantati nel mio fegato. In parole povere c’erano dei piccoli tumori che crescevano e si moltiplicavano come piccoli cristiani alla conquista di una terra che non li desiderava.
Recidiva perché il cancro mi è stato diagnosticato per la prima volta nel 2006. Era un massa di un chilo e duecento grammi che aveva sostituito circa il 75% del mio fegato e venne estratto senza troppi problemi. Nel 2008 però Il Tumore Colpì Ancora e mi dovetti inserire nelle liste d’attesa per il trapianto.
Come probabilmente sospettate, il trapianto è andato a buon fine. Non è stata una passeggiata, devo sopportare una salute non proprio d’acciaio e qualche fastidio dovuto alle terapie immunosoppressive ma, se non avessi acconsentito a farlo, ora vi scriverei dall’oltretomba o verrei a trovarvi nei sogni mettendo in disordine i vostri ricordi. Invece sono ancora qui che cammino, faccio cose e vedo gente.
Tutto per merito del cadavere di cui sopra che quando era in vita ha deciso che alcune sue parti potevano venire bene a qualcuno da qualche parte. Magari l’ha fatto perché voleva essere utile a qualcuno. Forse sperava di togliersi un peso dalla coscienza o dallo stomaco. Magari lo ha fatto perché convinto che in questo modo non sia davvero morto, per cui mi premuro ogni tanto di massaggiarmi il fegato per fargli due coccole. Gli offrirei pure un buon wisky ma l’alcol mi è precluso. Oppure odiava lo spreco, adorava riciclare il più possibile e, prima di farsi tumulare in una fossa per il compostaggio come stanno sperimentando in Svezia, si è fatto espiantare gli organi per essere più eco compatibile dei suoi amici fricchettoni.
Chiunque fosse questa persona, qualunque sia stata la sua motivazione, è a essa che dovete la mia presenza in questo frangente della realtà. Da quando mi sono sottoposto al trapianto più di una persona si è complimentata con me per averlo fatto. Ecco, io non ho fatto nulla di strano, mi sono limitato a scegliere di non farmi mangiare vivo dal cancro. Una scelta che penso in pochi non farebbero. Se volete fare i complimenti a qualcuno, dovreste rivolgerli a chi custodiva il fegato prima di me, e a tutte quelle persone che decidono di regalare a degli sconosciuti qualche scians in più di sopravvivere. Io mi sono limitato a prendere una tessera “Esci gratis di galera” da Cancropoli del cancro e a incrociare le dita. E le tengo ancora incrociate.
Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2008 mi sono dovuto sottoporre a un trapianto di fegato da cadavere. Praticamente sono diventato uno zombie per il 2% circa del mio corpo.
Motivazione del trapianto: recidiva di carcinoma fibrolamellare nella forma di alcuni noduli ben piantati nel mio fegato. In parole povere c’erano dei piccoli tumori che crescevano e si moltiplicavano come piccoli cristiani alla conquista di una terra che non li desiderava.
Recidiva perché il cancro mi è stato diagnosticato per la prima volta nel 2006. Era un massa di un chilo e duecento grammi che aveva sostituito circa il 75% del mio fegato e venne estratto senza troppi problemi. Nel 2008 però Il Tumore Colpì Ancora e mi dovetti inserire nelle liste d’attesa per il trapianto.
Come probabilmente sospettate, il trapianto è andato a buon fine. Non è stata una passeggiata, devo sopportare una salute non proprio d’acciaio e qualche fastidio dovuto alle terapie immunosoppressive ma, se non avessi acconsentito a farlo, ora vi scriverei dall’oltretomba o verrei a trovarvi nei sogni mettendo in disordine i vostri ricordi. Invece sono ancora qui che cammino, faccio cose e vedo gente.
Tutto per merito del cadavere di cui sopra che quando era in vita ha deciso che alcune sue parti potevano venire bene a qualcuno da qualche parte. Magari l’ha fatto perché voleva essere utile a qualcuno. Forse sperava di togliersi un peso dalla coscienza o dallo stomaco. Magari lo ha fatto perché convinto che in questo modo non sia davvero morto, per cui mi premuro ogni tanto di massaggiarmi il fegato per fargli due coccole. Gli offrirei pure un buon wisky ma l’alcol mi è precluso. Oppure odiava lo spreco, adorava riciclare il più possibile e, prima di farsi tumulare in una fossa per il compostaggio come stanno sperimentando in Svezia, si è fatto espiantare gli organi per essere più eco compatibile dei suoi amici fricchettoni.
Chiunque fosse questa persona, qualunque sia stata la sua motivazione, è a essa che dovete la mia presenza in questo frangente della realtà. Da quando mi sono sottoposto al trapianto più di una persona si è complimentata con me per averlo fatto. Ecco, io non ho fatto nulla di strano, mi sono limitato a scegliere di non farmi mangiare vivo dal cancro. Una scelta che penso in pochi non farebbero. Se volete fare i complimenti a qualcuno, dovreste rivolgerli a chi custodiva il fegato prima di me, e a tutte quelle persone che decidono di regalare a degli sconosciuti qualche scians in più di sopravvivere. Io mi sono limitato a prendere una tessera “Esci gratis di galera” da Cancropoli del cancro e a incrociare le dita. E le tengo ancora incrociate.
12 commenti:
Non posso nemmeno immaginare che razza di calvario debba essere stato, ma penso serva un gran coraggio per scriverlo.
Tanta stima.
mi spiace bapho, dev'essere un'esperienza devastante :\
massimo rispetto per te... e per il "cadavere", e in generale a chiunque propenda per l'espianto degli organi.
Bellissimo post Bapho, veramente bellissimo.
GG Bapho.
ed io che faccio le bizze per due crociati..
Passo qui dal blog di RRobe.
I complimenti li merita la persona che ti ha donato il fegato, ma li meriti anche tu per il coraggio con il quale ti metti in gioco su un blog pubblico.
Bel post, e complimenti allora a quella persona che abbandonando la vita ha scelto di salvare la tua.
Anch'io ho deciso di donare gli organi quando sarà il mio momento (brrr), e non capisco quelli che pensano "quando muoio porto con me i miei organi e non li do a nessuno, che crepino"... da mentalità tipica italiana.
Letto via Rob. Non riesco ad immaginare la tua esperienza...
cmq, "complimenti" per il post..
eh, sì la vita è davvero imprevedibile...
saluti sardi
smok!
L'unica persona che merita i complimenti e' il povero cadavere.
Di mio avrei un altro pensiero da aggiungere, sul "povero usufruitore del cadaver" ma e' meglio sorvolare ...
Immagino che scriverne, specie in maniera così ironica, sia stato più difficile dell'intervento.
E come si dice dalle mie parti: "a chent'annos un'attera" (te lo tradurrò, semmai, di persona).
Mirko
P.S.: ho letto il bel commento alla vicenda di Tito Faraci sul suo blog.
sono trapiantata di polmone da 7 anni e posso solo dirti che hai scritto un post meraviglioso....
ironico ma vero!
Grazie per averlo scritto...
Anna
tu dici che ti sei limitato a scegliere di non farti mangiare vivo, e lo dici come fosse nulla.
e in queste parole c'è tutto il tuo carattere - almeno la parte che ho conosciuto, ecco!
vedi, per come la vedo io tu ti meriti tutta la mia stima e tutto il mio rispetto, per come vivi dopo che hai fatto quella scelta, per non esserti nascosto in casa piangendoti addosso ma per aver ripreso a rischiare, a provare, a conoscere e imparare.
Chapeau
Posta un commento