giovedì 10 dicembre 2009

Dalla parte di Rrobe Merril

Rrobe ha chiesto a me e a due armadi di tenergli in caldo il blog mentre si fa regolare il culo o qualcosa del genere in ospedale.

Per ora ho scritto due post:

Uno sull'ennesima trasposizione di Alice nel paese delle meraviglie.

Uno sull'editoria a pagamento.


La supplenza a rrobe mi sta facendo tornare la voglia di scrivere qua, per cui sta volta non dovrei farvi aspettare troppo per qualche aggiornamento.

Forse.

sabato 19 settembre 2009

International Talk Like a Pirate Day

Per mille baldracche triremi, oggi ricorre la sempre mai troppo goduta Giornata internazionale parla come un Pirata, creata dalle fosche menti di quei due filibustieri di Cap'n slappy e Ol' Chumbucket. Sgraffignatene ogni segreto sul diario di bordo di Wikipedia, e poi tutti a cantare "You Are a Pirate!" come se il domani non fosse certo, fatta eccezione che per rhum, abbordaggi e baldracche di lusso*!



Ma se non temete che la follia degli abissi più neri prenda possesso delle vostre menti spugnose, saltate su questa passerella per una sfida da veri bucanieri. Ahoy!

*rhum e abbordaggi potrebbero scarseggiare.

martedì 15 settembre 2009

It's A Beatufil Day (For Cancer)

Ormai è autunno ma l'ho scovato solo oggi.




Si, è morto Swayze, la tempistica non è delle migliori. Ma l'ho scovato solo oggi.

venerdì 7 agosto 2009

John Hughes è morto

John Hughes, regista/sceneggiatore tra i miei preferiti, ha tirato le cuoia in questi giorni. Caso mai non aveste mai visto un suo film, cosa difficile da credere e che vi rende delle brutte persone nella mia lista nera, vi butto li una cinquina con le mie scelte.

Come Sceneggiatore e Regista:

Planes, Trains & Automobiles

Da noi conosciuto come Un biglietto per due. Ci sono Steve Martin e John Candy che a causa di una tempesta di neve si trovano costretti a viaggiare da soli per arrivare a casa in tempo per la cena di Natale. Il film alterna momenti da lacrime agli occhi per le risate (il contromano in autostrada, lo sfogo di Martin al noleggio auto, il risveglio in motel) a una malinconia di fondo che in un certo senso li esaltano. Candy e Martin danno il bianco dall'inizio alla fine.

Weird Science


Da noi conosciuto come La donna esplosiva. Ci sono due nerd che non beccano figa che decidono di crearne una con il PC. Gli esce fuori Kelly LeBrock che oltre ad essere Kelly LeBrock c'ha pure i superpoteri. Non se la faranno ma scopriranno l'amore! Fattore nerd: ci sono anche Bill Paxton e Robert Downey Jr., rispettivamente fratello stronzo di uno dei protagonisti il primo e compagno di liceo stronzo di entrambi il secondo.

Ferris Bueller's Day Off


Da noi conosciuto come Una pazza giornata di vacanza. Matthew Broderick è Ferris Bueller, liceale che decide di saltare un giorno di scuola girando per Chicago con la fidanzata e il migliore amico, a bordo della Ferrari del padre di quest’ultimo. Probabilmente la miglior rappresentazione di quel periodo che vede la fine della spensieratezza liceale e l'avvicinarsi delle responsabilità adulte, molto divertente e un filo malinconico.

Solo Sceneggiatore:

The Great Outdoors


Da noi conosciuto, se non sbaglio, come Non è stata una vacanza, è stata una guerra. John Candy vuole godersi una vacanza tutta tranquillità e famiglia in riva al lago. Arriva suo cognato Dan Aykroid con moglie e gemelline al seguito a scassargli le palle. Un po' troppi buoni sentimenti ma le scene comiche fanno sbragare. Personalmente le sequenze con l'orso e quella della bistecca soprannominata Pezzo da novanta le trovo fenomenali.

Christmas Vacation


Da noi conosciuto come Un natale esplosivo. Fa parte della serie National Lampoons con protagonista la famiglia Griswold. Chevy Chase vuole passare il più bel Natale della sua vita con la famiglia ma tra suoceri, prozii rincoglioniti e un cugino redneck col camper, è il delirio. Migliore battuta: il cugino redneck in vestaglia e cappello con paraorecchie di pelo svuota la latrina del camper per strada e saluta i vicini con "Merry Christmas! Shitter was full!".


Da menzionare per successo e influenza sono anche The Breakfast Club, Sixteen Candles e il fortunatissimo Mamma ho perso l'aereo. State alla larga da Curly Sue se non volete morire di diabete annoiandovi.

martedì 4 agosto 2009

Jekyll, 5 cose che me lo fanno apprezzare

Qualche settimana fa mi sono bevuto in pochi giorni Jekyll, miniserie inglese televisiva in sei episodi andata in onda nel 2007. Come intuibile dal titolo, è basata su e adatta ai nostri giorni Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson. Pur non trovandola perfetta e con un finale forse un po’ sotto tono, ecco 5 motivi che me la portano a consigliare caldamente.

Cover orrenda, non c'è che dire

1) Il personaggio scelto.

Golly! An olde chap is coming out from your arse!

Il Dr. Jekyll, con il suo socio, è uno dei personaggi più interessanti e curiosi della letteratura fantastica e della fiction in generale, semplice e ricco di un potenziale che gli permette di essere trasposto in qualsiasi tempo e luogo senza perdere un filo di fascino. La lotta tra i due lati dell’animo umano e la decisione se sia meglio, o possibile, sopprimerne uno oppure riuscire a farli convivere non manca mai di far scaturire quesiti morali interessanti. Se questo è merito soprattutto di Stephenson, devo dire che gli autori del serial riescono a mantenere questo spirito ben vivo e a non cadere nell’involontaria macchietta, dando semmai una profondità maggiore e più in linea coi tempi al personaggio.

2) L’attore protagonista.

Mi piace cenare in sicurezza

James Nesbitt interpreta Jekyll e lo fa in maniera impressionante, calandosi a seconda dei casi nei panni del Dr. dal palo in culo o in quello di Mr. Scavezzacollo e riuscendo a dare a entrambi una giusta dose di sfumature già dal primo episodio, andando poi a sottolinearle via via che la storia procede e i due si conoscono meglio. Che si tratti di scene quasi surreali (il balletto nella gabbia dei leoni è fenomenale), di tortura psicologica o fisica, di passione o di romanticismo, Nesbitt riesce sempre a rendere tutto coerente e in sintonia con il personaggio senza mai forzare la mano.

3) Il fatto che fondamentalmente sia un sequel del romanzo.

La serie non si limita a trasporre il romanzo di Stevenson ai giorni nostri adattandone la storia, ma tenta di allargarne il mito partendo dall’assunto che il Dr. Jekyll e socio sia esistito sul serio, abbia avuto dei discendenti (più o meno) e che un’Organizzazione Segretissima sia sulle tracce di questi ultimi da oltre un secolo per tipiche motivazioni da super-cattivi (soldi e potere). L’idea dell’Organizzazione Segretissima ha sempre il suo fascino, con i suoi uomini armati che non fanno domande, attrezzature avveniristiche e basi super segrete con il livello sotterraneo super segretissimo. Per quanto mi riguarda quello che scricchiola di questo aspetto è il voler fondere aspetti sci-fi e thriller con quelli più sovrannaturali della vicenda, miscela difficile da preparare e che ogni tanto lascia un po’ un saporaccio in bocca.

4) Lo Humor Inglese.

L'alternativa era un primo piano di BennyHill

L’intera serie gode di robuste dosi di commedia disseminate qua e là per stemperare i momenti più drammatici. Hyde passa da battute fulminanti a pestaggi senza freni in un battito di ciglia, così come i co-protagonisti si lasciano andare a battute e azioni a un passo dalla strizzata d’occhio allo spettatore senza scivolare nella parodia.

5) Il cast.

"Non hai abbassato la tavoletta del cesso e la spazzatura è ancora nell'entrata!"

La serie si avvale di un discreto numero di personaggi di contorno meno banali del solito. Il più importante è senz’altro la consorte di Jekyll che se all’inizio pare la classica moglie straccia palle, lungo i sei episodi acquista spessore sia per il suo ruolo centrale ai fini della trama, sia nel suo palesarsi come elemento essenziale nel triangolo con Jekyll e Hyde, vera e propria altra metà dell’anima. O forse altro terzo? Bò!
Anche i cattivi non sono male, dall’americano un po’ sbruffone che fa una bruttissima fine all’inglesissimo traditore, e ci butto dentro pure il soldato cazzutissimo che fa una comparsata breve ma intensa verso il finale. Menzione anche per il dinamico duo di detective lesbiche, e per l’infermiera di Jekyll che si merita una menzione speciale.

MENZIONE SPECIALE) L’infermiera di Jekyll.

Zitti e in ginocchio a lodarla

Se pensate mi riferisca al lavoro sulla psicologia, alla sua crescita personale lungo gli episodi e il suo ruolo all’interno della storia, vi sbagliate. Il fatto è che Michelle Ryan in questa serie è così bella da non riuscire a toglierle gli occhi di dosso, altera e fragile, risoluta e dubbiosa. Si, è una motivazione stupida e testosteronica, ma ogni volta che la inquadrano è una gioia per gli occhi.


Gnocca pazzesca a parte, la mini mi ha sfagiolato parecchio, soprattutto per l’atmosfera allucinata che si respira, la fanciullesca mancanza di remore di Hyde e per quel mostro di bravura di Nesbitt (di cui ora voglio recuperare Murphy’s Law). E’ un peccato che il finale risulti un po’ troppo accelerato e, a causa dello scontro tra sci-fi e sovrannaturale cui ho accennato sopra, un po’ confuso e indeciso, ma vale decisamente la visione.

martedì 28 luglio 2009

War Of The Worlds: Goliath

Sono passati 14 anni dal primo attacco marziano alla terra risolto da un raffreddore e l'umanità ha ricostruito le proprie città e ammodernato i propri eserciti sfruttando la tecnologia lasciata indietro dall'orda d'invasione.

Che ora torna per finire il lavoro, ma noi, Gli Uomini, stavola c'abbiamo i Mech! A VAPORE!

Cliccami e farò "TUUUU-TUUUUUUUUUUUUUU!"*

War of the worlds: GOLIATH è un lungometraggio animato che vede tra i produttori Kevin Eastman (quello delle TMNT) e nasce in qualche modo dalla fucina della rivista Heavy Metal.

Ambientazione steampunk, presenza di Mech a vapore, triplani fokker, enormi dirigibili da combattimento, Teddy Roosevelt come segretario della guerra e tra le fila dei piloti c'è il Comandante Manfred "Red Baron" Von Richthoffen. E sulla locandina c'è pure un tipo che vola armato di kris:


E il fucilone del nero sputerà virus.

Qui trovate un bel numero di immagini della produzione, mentre al 6° minuto di questo video inizia una sequenza di due minuti con materiale tratto dal film. La scimmia a vapore per sta pellicola ha la pressione discretamente alta, unico problema è che non ne trovo traccia su IMDB . Sperem.

*L'immagine potrebbe non fischiare realmente.

lunedì 20 luglio 2009

Tremors - 5 cose che me lo fanno guardare ogni volta

Se tutte le volte che mi cade l'occhio su Tremors quando passa in tv finisco per guardarlo fino alla fine probabilmente ci sarà un motivo. A ben pensarci ce ne sono almento 5 e vi tocca leggerli qua di seguito, dopo la locandina.


1) I Vermoni*.

Non voglio sapere cosa ci peschino con ste esche...

Fondono in qualche modo la tradizione del monster-movie di una volta, quello che vedeva insetti o rettili giganti pasteggiare con carne umana, e quella dello slasher a la Venerdì 13, con il gruppetto di persone che viene falcidiato uno dopo l'altro dall'implacabile forza del male. Oppure li potete vedere come il figlio illegittimo di un Facehugger e un lombrico, o di Giger e Herbert. Fatto sta che ormai hanno il loro posto nel Salone dei Mostri.

2) Gli eroi.

Birre in offerta!

Slater e Ward sono due operai specializzati non proprio brillanti che desiderano da tempo cambiare vita e quando si decidono gli tocca vedersela coi Vermoni. Mi piacciono perché riescono a essere un po' fessacchiotti senza cadere nella macchietta, simpatici senza essere piacioni e i loro momenti eroici non sono mai stucchevoli. Me li vedo che dopo essere sopravvissuti si bevono una birra tenuta in fresco nel WC ragionando su come pagare l'affitto.

3) Il muro delle armi.


E in questa sala, L'Invidia del Pene™

Semplicemente il mio sogno bagnato di 12enne con le prime erezioni che voleva casualmente un fucile a pompa. Inutile che fate quelle facce, non esiste maschio sulla faccia della terra che non abbia desiderato almeno una volta possederla.

4) Burt Gummer.

Ti ho sotto tiro, Sigmund.

L'uomo col fucile più grosso in circolazione, pronto a sopravvivere al fallout nucleare, a terremoti 10 richter e probabilmente all'impatto con un asteroide, e poi "da sottoterra spuntano quei cazzo di mostri". Ma lui ci crede sul serio, crea dei candelotti esplosivi con "prodotti chimici fatti in casa nelle giuste proporzioni" e fa la sua parte nel salvare la pellaccia di tutti. Non puoi non amarlo.

5) La sceneggiatura. Tremors è un film semplice, con una trama scarna e senza chissà quali significati nascosti, ma è raccontato bene. Tutta la prima parte presenta i personaggi in maniera organica e naturale, il rumore e le vibrazioni, fondamentali per la storia, vengono sottolineate dal frigo a cui parte di botto il motore, dalla bambina che zompa sul pogo, dalla studentessa di sismologia, dai lavori stradali. Persino il caterpillar ce lo schiaffano davanti con nonchalance mentre ci mostrano Slater e Ward al lavoro. Tutti i personaggi principali hanno dialoghi ben scritti che ne mostrano il carattere in un paio di battute, ci sono alcune morti/sparizioni più che interessanti e le dinamiche nel gruppo risultano credibili. Un po' di ironia buttata qua e la per sdrammatizzare ma senza eccessi postmoderni e metacinematografici.

Insomma, filmone con la B maiuscola.

*si lo so, dal sequel in poi si chiamano Graboids, ma nel mio cuore saranno sempre i Vermoni.

domenica 12 luglio 2009

Beats Antique, Theremin e Violino Stroh

Per la serie "Io di musica non capisco una cippa, ma questi spaccano.", accendete le casse, aprite le finestre, riscaldate le articolazioni e ascoltatevi i Beats Antique:


Cliccate qui e ascoltatevi in streaming o scaricatevi Contraption. A me il pezzo d'apertura piace un bel po' e ce l'ho in loop da qualche giorno.

Vi hanno collaborato i Fanfara Kalashnikov (nome grandioso) oltre a Meredith Yayanos che si è occupata del Theremin e del Violino Stroh, di cui agevolo un'immagine:

Tesla lo suonava sotto la doccia

I Beats Antique si definiscono "...a curious alliance between middle eastern traditions and potent west coast circus, underground hip hop, breakbeat brass band, downtempo, glitch and dubstep." Se lo dicono loro sarà vero. A me piacciono le atmosfere da circo berbero decadente con vena steampunk post-comunista che riescono a tirare su, qualsiasi cosa voglia dire.

Potete ascoltare qualche pezzo anche sul loro sito web ufficiale (Roustabout è fighissimo). Buon ascolto.


lunedì 29 giugno 2009

The Grim Adventures of Billy & Mandy

Per la serie "Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose!?!", ultimamente, grazie a Boing, mi sto facendo una scorpacciata di episodi di The Grim Adventures of Billy & Mandy.


Considerando che la serie è del 2001 e si è conclusa nel 2007 sarà ben pochi a non conscerla ma a quei pochi basti sapere che ci sono due bambini, Billy (un insopportabile idiota) & Mandy (un insopportabile cinica all'ultimo stadio) appunto, che beffano il Cupo Mietitore (Tenebra, nella traduzione italiana) costringedolo a divenire il loro miglior amico per sempre.

I tre sono protagonisti di avventure che definire assurde e surreali è riduttivo, grazie a una continuity che se da una parte vede il ritorno di alcuni personaggi e il ricordo di determinati avvenimenti, dall'altra è quasi inesistente, permettendo finali in cui spesso i protagonisti "muoiono" o è il l'universo a cessare l'esistenza. Citazioni, decostruzione e parodie a spron battuto di tutto quello che vi viene in mente, umorismo a volte lirico ma più spesso greve e con una certa predilezione per venticelli vari. Io me ne sono innamorato.

Vi lascio con un episodio con protagoniste delle suore che mi ha reso isterico dalle risate per un pomeriggio.

venerdì 26 giugno 2009

Quando John Doe bussò alla porta di Michael Jackson

Il numero 56 di John Doe che ho sceneggiato è ambientato a Neverland, il ranch-parco giochi-rifugio irreale di proprietà di Michael Jackson. Come dissi all'uscita dell'albo, probabilmente in pochi se ne sono resi conto. Forse avrei dovuto far disegnare a Sergio un paio di bambini impagliati.

La scelta, oltre che per il suo simbolismo che mi pareva azzeccato o per lo meno interessante, deriva dal mio essere stato per un bel po' un suo fan sfegatato, diciamo fino alla pubblicazione di Blood on the Dance Floor.

Jackson, al di là delle sue capacità artistiche, mi ha sempre affascinato in quanto personaggio. Quando ero biNbo mi pareva un alieno capace di mosse impossibili e dotato di una voce da SFX e che per altro viveva in uno stracazzo di parco giochi con una scimmia per amico. Non avete idea dei pomeriggi passati a fare il moonwalk davanti allo specchio inframezzandolo con altre mosse di gamba del sommo.

Per non parlare del numero di monetine che coi miei compagni di scuola lanciavamo in corridoio per emulare il video di Smooth Criminal. Almeno un paio di occhi li abbiamo lesionati.

Ora Jacko se ne è andato a 50 anni. Per me è un po' come se fosse morto un personaggio dei fumetti ai quali ti affezioni. E mi spiace non averne predetto la morte in John Doe, porca puttana.

venerdì 19 giugno 2009

Mono #6 - I classici della letteratura - Questa non è una rece

Già vi ho parlato del sesto numero di Mono che vede tra le sue pagine una mia tavola disegnata da Elena Casagrande, qua il post originale con tutte le info.

Nuovo post per dire solo che finalmente (gg Poste Italiane) mi è arrivata una copia dell'albo e che fa davvero la sua porca figura editorialmente parlando. Potevo esimermi dalla classica "foto di autore con sua pubblicazione in mano"?

Potevo e potti! Ergo vi beccate una foto dell'albo tra le pelose mani dell'Orsetto Recensore:


Cliccami senza indugio, non sono il Pedobear

Se non lo comprate, brucio l'Orsetto Recensore, sappiatelo.

sabato 6 giugno 2009

International Day of Slayer


Oggi è l'International Day of Slayer, una scusa come un'altra per testare la pazienza di vicini e conviventi piazzando a 11 il pirolo del volume dei vostri stereo ascoltando gli Slayer.

Non si può non cominciare che con Angel of Death:



E chiudere con l'ultimo singolo rilasciato che mi pare una discreta legna nei denti:



Ora vado a votare facendo le corna, che è meglio va.

martedì 2 giugno 2009

Tavole di Resistenza alla Feltrinelli, feat. mio nonno l'agente segreto

Domani mercoledì 3 giugno verrà inaugurata alle 18:00 la mostra Tavole di Resistenza presso la libreria Feltrinelli di Via XX a Genova, una ventina di tavole autoconclusive dedicate alla Resistenza italiana, curata dal sempre più indaffarato Sergio Badino. Qua tutte le info a riguardo.

Tra le tavole ce n'è una scritta da me e disegnata da Federico Franzò con protagonista il mio nonnino contro i crucchi in uno dei racconti che mi narrava quando ero piccino. Titolo:

Mio nonno era un agente segreto (più o meno).

La parte tra parentesi ha il suo enorme peso nello spirito della storia, spero lo si capisca leggendola.

La tavole rimangono in mostra tutto giugno. Tra un romanzo da ombrellone e l'altro magari buttateci l'occhio.

lunedì 25 maggio 2009

Towel Day, Douglas Adams e roba bella

Per dinci, è la giornata dell'asciugamano!


Se non avete mai letto Douglas Adams è la giornata giusta per riappacificarvi con la vostra anima e comprare Guida Galattica per Autostoppisti e passare qualche ora ridendo di gusto.

E se non ridete con Adams è perché siete aridi dentro o non capite un cazzo, mi dispiace.


mercoledì 22 aprile 2009

Mono #6 - I classici della letteratura

Tunué presenterà a Napoli Comicon il prossimo weekend il sesto numero di Mono, la rivista a monotavole e monotematica, curata da Daniele Bonomo e Sergio, e che raccoglie una ridda di autori alle prese quest'anno con i Classici Della Letteratura. Ci sono pure io con una tavola dedicata a Frankenstein disegnata da Elena Casagrande che ha accettato di collaborare con il sottoscritto nonostante i numerosi impegni oltreoceano. Imperitura riconoscenza a lei. Giratevi il suo blog che trabocca di bella roba.

Qua sotto la copertina di Mono, disegnata da Vittorio Giardino.



martedì 7 aprile 2009

Il TG più sanguinoso di sempre

In occasione di stragi e cataclismi in cui crepano un sacco di persone, TG e giornali che ne parlano di continuo e conteggiano i morti mi ricordano sempre questa sequenza:

sabato 28 marzo 2009

Hitler Kaput!



Film del 2008, mai visto ma a giudicare dal trailer potrebbe riservare qualche momento di lulz saporito nella tradizione del trio ZuckerAbrahamsZucker o di Mel Brooks. O al peggio essere tanto brutto da essere ridicolo.

La biondona, che tanto lo so che ve lo state chiedendo, è Anna Semenovich:


No, non pornizza.

martedì 24 marzo 2009

Ma t'è piaciuto Watchmen?

Ho visto Watchmen il giorno stesso in cui è uscito in sala e non riesco ancora a rispondere alla domanda che intitola il post. Probabilmente mi ha lasciato per lo più freddo, tra momenti che ho trovato brutti e alcuni ispirati. Andiamo di pro e contro va.

Pro:
  • Dr. Manhattan, visivamente sfizioso, sovrumano e distaccato. Mi è piaciuto pure il doppiatore scelto e il lavoro che ha fatto, chissà com'è in originale.
  • Rorsciàc o come cacchio si scrive. Attore perfetto, stesso discorso di Doc Puffone per quanto riguarda la voce.
  • Titoli di testa. Per una volta il ralenty usato non a cazzo e funzionale al racconto.
  • Il Comico. Nelle foto promozionali non ce lo vedevo per nulla ma in movimento il tipo funziona. Certo sembra la controfigura di Robert Downey Jr., ma questo al massimo è un pro nel pro.
  • Gufo Notturno. In parte e forse il personaggio reso meglio.
Contro:
  • Ozyamandis o come cacchio si scrive. Ricordo che quando circolarono le prime foto del cast lo bollai come "sfigatissimo emo che si riprende da sei mesi di idromerda dolorosa". Vederlo recitare ha corroborato quel giudizio peggiorandolo. L'uomo più intelligente, ricco e carismatico del mondo, la cosa più vicina a un dio dopo Doc Azzurrino, non può avere una faccia da cazzo come questa.
  • Il rallenty nelle scene di lotta. A me ha rotto le palle più o meno dopo 20 secondi di pestaggio del Comico.
  • Scena di sesso dentro Archimede (desiderio proibito di Edi) poco ispirata.
  • La sequenza su Marte. Al di là delle difficoltà di rendere la sequeza a fumetti con il linguaggio cinematografico, ho trovato deludente la struttura meccanica che viene creata da Doc Viagra. Nel film sembra tutto fuorché cristallo, mancando di grandiosità e bellezza. Probabilmente la delusione più forte per me.
  • Troppi superpoteri. Tutto il cast è dotato di forza e agilità sovrumana sminuendo così le figure di Ozzyman (afferrare una pallottola al volo quando i tuoi colleghi sfondano muri a cazzotti e fanno salti di 4 metri con lo sforzo di una scorreggia non è sta gran cosa) e in minor parte quella di Dottor Lapislazzulo (unico vero super uomo nel fumetto)
Anche buttando giù sta lista non riesco a buttarmi da un lato o dall'altro della barricata.

Il vero problema credo sia dovuto all'aver letto più di una volta il fumetto da cui il film è tratto. Non sono uno zelota di Watchmen (per me V for vendetta è più bello bello bello) ma durante la visione del film non ho potuto fare a meno di riempire eventuali buchi o passaggi poco chiari con il ricordo del fumetto, una sorta di continuo editing della pellicola che l'ha fatta diventare una somma di film e ricordo del fumetto.

Ad esempio l'ultimo Contro che ho elencato ai miei occhi ha sminuito la storia e i suoi personaggi, ma questo vale anche per chi il fumetto non lo ha mai letto? E la percezione che Dr. Tanga ha del tempo e il modo in questo determina il suo comportamento e le sue azioni viene colto dallo spettatore o sono io a corroborarne alcuni accenni con la conoscenza del fumetto? E il rapporto di sudditanza tra Silk Spectre Madre e Silk Spectre Figlia?

Se non avete letto il fumetto ma visto il film, i commenti sono li che vi aspettano.

giovedì 19 marzo 2009

Buona festa del papà

E' quel giorno dell'anno in cui padri e figli si incontrano e riavvicinano per riallacciare i rapporti e chiarirsi come si confà tra adulti.



Beh, più o meno...


Immagini tratte da Universo DC: Demon Vol.3 della premiata coppia Ennis McCrea, un trattato su amicizia, amore e inferno.

venerdì 13 marzo 2009

Hard Boyled

Se la clicchi rimane sempre scorretta

Bellssime le espressioni degli attori che pare abbiano appena letto il titolo e dicano a loro modo "wat!?!".

Tratto da il Venerdì di Repubblica che trovate in edicola.

sabato 7 marzo 2009

Bigger, Stronger, Faster* - gli effetti collaterali di essere americano

Quando scoprii che Hulk Hogan aveva ammesso di aver usato steroidi per una decina d'anni ci rimasi di merda: all'epoca avevo più o meno 16 anni e da almeno 10 lui era uno dei miei Eroi dell'infanzia insieme a John Matrix, lo Schwarzenegger protagonista di Commando. Erano montagne di muscoli che sedevano dalla parte di giusti, picchiavano ai cattivi e giocavano secondo le regole, figure di riferimento in un mondo allo sbando. Scoprire che Hulk aveva barato per anni per costruirsi quel fisico fu durissima. Già c'ero rimasto male a 8 anni quando beccarono Ben Johnson positivo alla finale dei 100 m contro Lewis, ma la caduta di Hogan fu più dura perché era un po' come scoprire che Batman si fa di nandrolone, EPO e HGH (e infatti la miniserie Veleno in cui si dopa mi colpì non poco).

Hogan Dopes Best

Data questa premessa, riesco a relazionarmi senza problemi con Chris Bell, l'autore del documentario Bigger, Stronger, Faster, un ragazzone americano che da bimbo idolatrava così tanto Hogan, Schwarzenegger e Stallone da iniziare ad allenarsi duramente con i suoi due fratelli per diventare più grosso, più forte e magari sfondare nel wrestling. 10 anni di allenamenti secondo le regole, di sudore sputato e ghisa alzata per emulare i propri miti, e poi Hogan dichiara in tribunale di essersi bombato per 12 anni. E poi lo ammette anche Schwarzenegger, di cui Bell conosce a memoria tutti i dialoghi, e che in un celebre discorso da governatore della California dice che in America puoi raggiungere qualsiasi obiettivo "...if you play by the rules!".

E il maggior dubbio che assale Chris è proprio la questione morale: se tutti usano sostanze dopanti a livello agonistico, è ancora considerato barare assumerle? se per continuare a lavorare in squadra e mantenere la tua famiglia hai bisogno degli steroidi, li assumerai? se gli steroidi si rivelano necessari per raggiungere l'apice della tua forma, li assumerai? e cosa può essere considerato doping e cosa no?

Esemplare dell'ultimo dubbio è il caso di atleti come Tiger Woods che, sottoponendosi a una sessione di Lasik per correggere problemi di vista, ne sono usciti con una vista da superman migliore rispetto a quella media. Potrebbe sembrare poca cosa ma nel golf la capacità di comprendere distanza e profondità è fondamentale, così come nel baseball ad esempio. Una modificazione definitiva di un parametro così importante è barare?

E ancora: ci sono (rarissimi) casi di persone che per una deficienza genetica sviluppano una muscolatura semplicemente esagerata con sforzo minimo, grazie a problemi legati alla miostatina. Ma dato che un'immagine vale più di mille parola, il manzo che segue è affetto da questa deficienza:

Blue Belgian Bull

e se su di un manzo la cosa non fa poi tutta st'impressione, ecco un levriero affetto dallo stesso problema, vicino a un levriero normale:

No, non è photoshoppato e si chiama Wendy

Ora immaginatevi che questa modifica genetica venga creata in laboratorio su di un atleta che non si ferma davanti a niente e nessuno per vincere e inizierete a capire i grattacapi cui si troveranno di fronte i comitati olimpici del futuro.

Nel documentario, Bell affronta anche il problema se gli steroidi siano davvero causa di gravissimi effetti collaterali non giungendo a una risposta definitiva: il bando degli steroidi negli USA ha praticamente reso impossibile compiere studi clinici sul loro utilizzo nel lungo periodo e le notizie a riguardo sono poche e contraddittorie. Ci sono atleti e culturisti che li usano da quasi 20 anni e sono vivi e soprattutto pimpanti, altri sono morti di cancro e hanno accusato gli steroidi di esserne la causa. Alcuni medici giurano sulla loro pericolosità, altri si trincerano dietro il classico "tutte le medicine hanno effetti collaterali!".

La ricerca di Bell di una risposta lo porta anche a chiedersi il perché della diffusione degli steroidi e la risposta sembra essere la più semplice: in una nazione che ha fatto della sopraffazione fisica dell'altro uno dei suoi cardini, essere più grossi, più forti, più veloci e sempre vincitori è l'unica vera possibilità che si abbia. E se gli steroidi permettono di esserlo, tanto meglio. Che si sia culturisti, wrestler, giocatori di baseball, concertisti che si calano beta bloccanti per combattere l'ansia, piloti dell'aviazione che si sparano anfetamine per aumentare i riflessi o studenti fatti di stimolanti per studiare meglio e più velocemente non importa: perdere è antiamericano e quindi gli steroidi sono la soluzione.

E se lo dice Greg Valentino...

Il documentario dura poco meno di due ore, ogni tanto scivola nella lacrima facile, particolarmente nelle parti dedicate ai fratelli e ai genitori di Bell, e in un paio di passi sfocia nelle classiche frasi libera tutti "Tengo famiglia!" e "Nessuno è perfetto!" ma quello che secondo me lo rende una visione consigliata è la capacità di Bell di mettere in scena la schizofrenia di fondo della cultura dell'eccesso americana che vuole eroi impossibili e sport spettacolari oltre i limiti umani e condanna allo stesso tempo l'uso di trucchi per raggiungere questi obiettivi perché contrari allo spirito americano.

Esemplare è la scena in cui Bell, suo padre e sua madre esultano felici perché uno dei due fratelli di Bell è riuscito a tirare su 700 libbre (circa 317 chili) durante una gara di sollevamento pesi, e ci è riuscito grazie agli steroidi che usa da anni. Poco prima Bell ci aveva mostrato sua madre disperata che si incolpava di non aver fatto abbastanza per educare i suoi figli, mentre il padre si diceva convinto che il terzo figlio morirà a causa dell'abuso di steroidi.

Qui sotto trovate il trailer.





martedì 3 marzo 2009

Sono entrato in un fumetto

Cosa può desiderare nell'intimo uno che legge fumetti da anni? Farli o diventarlo. Sul primo punto ci sto lavorando ma per il secondo, picchi egomaniaci a parte che tengo a freno non senza difficoltà, bisogna rimettersi nelle mani di chi i fumetti già li fa.

Ora, finalmente, pure io posso bullarmi di essere finito in una tavola a fumetti in tutta la mia baldanza, olè! La tavola la potete leggere online qui (è la prima a partire dall'alto, io sono il tipo occhialuto e lungo crinito) e fa parte della serie Mark & Thing, ideata da Sergio sui disegni di Federico Franzò.

Mille complimenti a Federico non solo per la bravura in generale ma anche per la mia caricatura che secondo me è molto azzeccata, soprattutto nei piccoli particolari. Sfiga vuole che poche settimane dopo la realizzazione della tavola io mi sia dovuto tagliare i capelli quasi a zero, altrimenti la usavo al posto della foto nella carta d'identità.


venerdì 27 febbraio 2009

29 anni dopo

Cosa succede quando due genitori comprendono di avere un figlio nerd? Gli fanno fare una torta come la seguente

Si, il simbolo di Batman sulla torta di un 29enne


Per non parlare del fatto che tra le altre cose mi hanno regalato i seguenti volumi


Mi sento un bambino di 8 anni.

Ah, se ve lo state chiedendo: la torta è quadrata perché il pasticcere, parole sue, "Mi ero rotto il cazzo di fare le torte rotonde :asd:". Genio.


E grazie a tutti per gli auguri via facebook, mail e piccione viaggiatore!

martedì 24 febbraio 2009

Il Sistema Riproduttivo di John Sladek

E no, non parlo del pacco delle meraviglie di un autore ben poco conosciuto qui Italia ma del romanzo sci-fi del 1968 Il Sistema Riproduttivo, lettura consigliata caldamente se vi piace la fantascienza venata (molto venata, diciamo pure grosse e poderose vene varicose) di umorismo.


Il romanzo parte con il consiglio di amministrazione di una fabbrica di bambole parlanti a molla che versa in cattive acque e tenta l'ultima carta: farsi dare un sacco di soldi dal governo USA in finanziamenti per la ricerca con un progetto che faccia gola ai militari. L'idea viene buttata li tanto per fare: un sistema automatizzato che sappia riprodurre se stesso senza aiuto esterno. Chissene frega se è fattibile, noi ci proviamo. Il mondo non sarà più lo stesso.

In un romanzo normale si assisterebbe alla strenua lotta dell'uomo contro la macchina per la supremazia della catena alimentare e il ruolo di Re del mondo, tematica arcinota grazie a Terminator e Matrix, con eroi che si lanciano in atti di sacrificio estremo, esplosioni e colpi di scena a spron battuto.

Per fortuna John Sladek doveva avere un po' in uggia la classica sci-fi dell'epoca e rende l'intero racconto una cavalcata sfrenata che galoppa da un registro all'altro, passando dalla pura commedia slapstick all'assurdo, saltando tra il grottesco e il picaresco senza perdere comunque l'occasione di infilare qua e la qualche riflessione sul rapporto tra creato e creatore, coincidenza e destino. E il tutto sostenuto da esplosioni, colpi di scena ed eroi che si lanciano in atti di sacrificio estremo. Oltre a una pletora di imbecilli di genia varia.

Da padroni la fanno bene o male tutti i personaggi, che si tratti dei protagonisti, di meteore di passaggio o di alcune comparse che tornano in vari punti dando una coerenza e un senso di realtà al tutto estremamente godibile.

Non siamo ai livelli delle risate da crampi addominali di autori come Douglas Adams o Philip J. Farmer ma Sladek è una delle scoperte recenti migliori che mi sia capitata, merito dell'edizione Urania dimenticata provvidenzialmente da qualcuno in una sala d'attesa. Ho visto che in rete lo trovate anche in una vecchia edizione che non costa una cippa su IBS.it, caso mai si tratti di uno dei volumi di Urania Collezione che hanno raggiunto prezzi onestamente idioti. Consigliatissimo.

mercoledì 18 febbraio 2009

venerdì 30 gennaio 2009

Dinosauri a vapore e uomini dinosauro

Nella fumosissma Londra della rivoluzione industriale si aggira lo scheletro di un dinosauro alimentato a vapore, mentre un uomo torna a casa per il tea, 4 giorni dopo il suo funerale.


Sono stupito dalla capacità di Justine Richards nel riuscire a confezionare un libro così noioso con una premessa così intrigante e che urla spettacolarità da ogni sillaba. Forse sono i personaggi banali, dal protagonista geniale e timido (presente Jean de Il mistero della pietra azzurra?) al borseggiatore che vive per strada ma sotto sotto è buono come un Tegolino, passando per la Bella Colta e Amante dell'azione (una qualsiasi figa di Michael Bay) al Vecchio Saggio Che Tutto Sa, fino al Cattivone, sono tutti piatti come carte da gioco tranne per una caratteristica: sono stupidi come scimmie morte di fame in un bananeto.

Devo ancora decidere a chi dare la Banana dell'Idiota:

- al Timido Genio che aspetta circa due terzi del romanzo prima di rendere noto al gruppo un particolare di vitale importanza per la risoluzione del caso. Motivo addotto dal Timido Genio: "Non c'avevo pensato".

- al Vecchio Saggio, capo del Dipartimento Reperti Non Classificabili, la sezione del British Museum che si occupa di tutto ciò che le scienze conosciute non riescono a classificare. E' a quest'uomo, esperto tra le altre cose di paleontologia, che viene consegnato l'Oggetto Misterioso che tutti stanno cercando. Oggetto che lui soppesa tra le mani, trova affascinante e mette da parte dicendo "Bel sasso. Lo esaminerò quando questa vicenda sarà finita.". Il sasso era un uovo di dinosauro fossilizzato.

- al Cattivone, che mentre sta per ridare vita al "sasso" di cui sopra e tiene in ostaggio la Bella e il Saggio, riceve un pacco dono. Non annunciato. Anonimo. Di notte. Decide di aprirlo comunque, ammirarne il contenuto (un complesso orologio meccanico funzionante) e di tenerlo su un bancone vicino a se. Si vede che tra le sue guardie non c'era lui.

Roba da volerli afferrare per il bavero della giacca e sbatterli violentemente contro tutti gli spigoli di casa.

Ripensando alla stupidità dei personaggi sembra quasi giustificato il loro andare avanti e indietro come trottole per gli stessi due-tre luoghi in cerca di indizi (che già avevano ma vabbè...) o stare pagine a ponderare il da farsi, fatto sta che si ha sempre la sensazione che non succeda nulla se non aspettare che il Cattivone faccia qualcosa, come quando il Dinovapore entra in scena ruggendo e sbavando olio per motori terrorizzando i protagonisti e dando un minimo di pepe al tutto. Altra idea non male sono i rianimati usati dal cattivone, uomini che a seconda del caso possiedono ossa di ferro, oppure ossa espiantante dai dinosauri o ancora esoscheletri di ferro alimentati a vapore, prototipo del nuovo operaio del secolo a vapore.

L'autore ha scritto un bordello di materiale, soprattutto letteratura per ragazzi e collaborazioni a Dr. Who, tutta roba che non ho mai letto. Magari ho pescato il peggio del suo operato ma davvero, riuscire a rendere noioso un libro con dinosauri e cadaveri a vapore è un peccato contro l'umanità che si paga caro. Ah, il titolo originale è The Death Collector, caso mai voleste cercare info.

sabato 24 gennaio 2009

Police Squad!

Prima de La Pallottola Spuntata, il tenente Frank Debrin apparve nella serie televisiva che venne cancellata per il motivo più stupido mai addotto dalla creazione della televisione:


Manco a dirlo i creatori e artefici della serie sono gli Zucker-Abrahams-Zucker che venivano dal successo di Airplane! e avrebbero poi creato Top Secret!, la trilogia de La Pallottola Spuntata, Hots Shots 1 e Part Deux e altre perle più o meno riuscite.

Parodia dei telefilm polizieschi come M Squad, Dragnet, Highway Patrol ecc ecc, Police Squad! differisce un po' dai lungometraggi da esso tratti per la messa in scena che, specialmente nella recitazione degli attori, è mortalmente seria e non sopra le righe o divertita come ci si aspetterebbe dati i film. Sia chiaro che gag, giochi di parole e sketch sono presenti a tonnellate (e non pochi li riconoscerete perché sono stati riutilizzati nei film) ma vengono servite con un tocco di naturalezza che le rende più inaspettate e destabilizzanti (i nani, il gobbo, la ricostruzione della scena del crimine o il giardino giapponese sono tra i momenti migliori e più caratterizzanti).

In particolare Nielesn giogioneggia pochissimo, non si lascia quasi mai andare a momenti clowneschi e da vera commedia slapstick e il Tenente Debrin televisivo risulta meno stupido e più rigoroso del suo corrispettivo cinematografico. Inoltre, cose impensabile ai tempi, mancano le risate registrare tipiche degli show comici, decisione felicissima fortemente voluta dagli autori che volevano staccarsi dai cliché televisivi in voga al tempo. Altra scelta inusuale è quella dell'accompagnamento musicale, sempre in linea con le atmosfere degli show originali e mai usati per sottolineare gag o altro.

Questa strana miscela funziona alla grande regalando momenti da lacrime agli occhi eppure è stata probabilmente la causa della cancellazione dello show dopo 4 episodi (su un totale di 6 girati), con la motivazione "Richiede troppa attenzione da parte del pubblico televisivo", roba che di solito puoi dire a Lynch, non a scene come questa con il finto fermo immagine:




Se i lavori degli Zucker-Abrahams-Zucker vi garbano, è da recuperare.

lunedì 19 gennaio 2009

Macchine mortali e idee fighissime

La guerra nucleare dei 60 minuti ha sconvolto la terra causando terremoti, eruzioni vulcaniche e maremoti per decine di anni. Le riserve naturali sono al lumicino. Per sopravvivere a tutto ciò, Nicholas Quirke se ne esce con il Darwinismo Municipale: mettere le ruote a Londra e andare a caccia di altre città più piccole da fagocitare e depredare. In poco tempo il mondo si divide in Trazionisti, città di ogni dimensione che scorrazzano cacciandosi l'un l'altra, e Anti-Trazionisti.



Questa l'idea alla base di Mortal Engines, romanzo che si apre secoli dopo la guerra dei 60 minuti, quando l'idea del Darwinismo Urbano comincia a mostrare la corda. In questa ambientazione si dipanano le avventure di Tom e Hester, due "eroi" adolescenti meno banali del solito, sia per fattezze che per caratteri, che si trovano invischiati nei piani altrui per salvare Londra.

Si tratta del primo volume di una tetralogia scritta da Philip Reeve indirizzata a quel settore di marketing definito young adults ( i bimbiminchia, insomma) e devo ammettere che, se l'idea folle di fondo vi piace, trasmette un'atmosfera particolare, aiutato anche dalla presenza di una città volante, di pirati, di cyborg assassini e vapore come se piovesse, trattandosi di steampunk. Il tutto aiutato da un paio di colpi di scena ben piazzati e un certo afrore pulp (inteso come genere letterario e non a la Tarantino) che non guasta.

In Italia credo non se lo sia filato nessuno dato che i 3 successivi volumi non sono mai stati tradotti, ma vi capitasse sotto mano usato potrebbe regalarvi un pomeriggio di relax.