sabato 28 agosto 2010

Tremors 5 - The Thunder from Down Under

Pare che sia in lavorazione il quinto episodio di Tremors. Come dissi qua, il primo Tremors è uno dei miei film preferiti, non mi stanca mai e ogni volta che passa in tv mi ci trovo invischiato dentro. Anche la scorsa domenica sono caduto nella trappola guardandomelo dopo pranzo e poi ho dato un giro di google cercando per l’ennesima volta curiosità sul film, imbattendomi in notizie scarse, contraddittorie e tutt’altro che certe su questo fantomatico quinto capitolo, TREMORS 5: The Thunder from down under.


"Allora, ci stai per il quinto episodio?"

Ammesso che la cosa succeda davvero, sembra che il nuovo film sarà ambientato in Australia (!), dovrebbe vedere il ritorno di Fred Ward, Michael “Burt Gummer” Gross e addirittura Kevin Bacon (!!), avere la partecipazione di Crhistopher LLoyd (!!!) (che interpreta uno scienziato pazzo nella serie televisiva) e ci potrebbe scappare pure una parte per Paul “Mr Croccodile” Hogan (!!!!). Quest’ultimo ce lo vedo a parlare coi vermoni e ipnotizzarli facendogli le corna, magari mentre una coppia di assblaster frulla nell’aria con slow-no alla John Woo.

"QUALCUNO CHIAMI IL MIO AGENTE!"

Considerando che le ultime notizie incerte risalgono all’anno scorso, mi pare che si tratti di un classico caso di development hell. Però io sotto sotto sono un bambino che sgrana gli occhi di fronte ai mostroni e mentirei se dicessi di non sperare che la cosa vada in porto. Gira voce che esca il 25 dicembre del 2010 in dvd. Chissà che il buon vecchio gesù non ci metta una buona parola, magari è un fan della serie.


martedì 17 agosto 2010

Agosto, moglie mia non ti conosco

Ho scoperto Achille Campanile grazie al mio nonnino più o meno dieci anni fa. Mi ricordo che stavo cazzeggiando in rete quando lo sentii ridere di gusto dalla sua camera. Fin li tutto normale dato che mio nonno era un tipo allegro di natura a cui piaceva leggere barzellette o guardare roba comica in tv. Per dire, guardava i Simpsons dopo pranzo ogni giorno. Però quel pomeriggio le risate erano continue, andavano su e giù di tono, s’acquietavano e poi ripartivano stile mitraglia. Potevo sentire che gli lacrimavano gli occhi. Dopo una ventina di minuti mi alzai pensando “Bon, gli ottanta li ha passati, al 2000 ci è arrivato, ormai ce lo siamo giocato.” e andai in camera sua. Trovandolo che ancora rideva con un libro dalla costa arancione in mano.
“Nonno, tutto a posto?”
“Si!” e croscio di risa “Sto leggendo Campanile” si asciuga gli occhi “Lo conosci?”
Mai sentito prima.
“Magari poi ci butto un occhio…” e con fiera spocchia adolescenziale me ne torno a cazzeggiare in rete.
Per fortuna dopo un paio di giorni mi appioppa il libro in mano dicendomi di leggerlo. Si intitola Agosto, moglie mia non ti conosco. Me lo bevo in un pomeriggio ridendo come un cretino in preda a crisi isteriche. La storia in brevissimo:

In un alberghetto sul mare si ritrova un gruppo di personaggi assortiti, in vacanza. Questa però è rovinata da un fattaccio: molti e molte di loro sono intrappolati in cinture di castità. E le chiavi sono finite in mare durante una tempesta. Tutti tentano di trovarle. Frattanto misteriosi furti avvengono nell’albergo, una ragazza non si vuole sposare, l’albergatore tenta di passare inosservato e l’eroico granatiere flette i muscoli sollevando l’obice.

Cliccala che si ride un casino!

Grazie a un paio di post scritti da un amicicio dell’internet che me lo ha fatto tornare in mente, mi sono riletto Agosto un paio di settimane fa, in un pomeriggio, e ho riso tutto il tempo come un cretino in preda a crisi isteriche. Ricordavo alcuni personaggi come l’eroico granatiere o i vari palombari che si incontrano lungo la storia. Ma avevo dimenticato del tutto la comparsata di Fantomas, i due fidanzati sadomasochisti e il malefico precettore che con il suo vile ingegno e malvagio piano rende orrenda la vita della giovinetta.

Quello che me lo fa adorare è la capacità di Campanile di deridere tutto e tutti, dal provincialismo genetico della società italiana ai cliches delle storie di mare passando per certi personaggi del romanzo d’appendice e romantico. Il tutto come detto mantenendo un ritmo che non stanca mai grazie all’arrivo in scena di personaggi sempre interessanti, colpi di scena da foulleton a una prosa funambolica. C’è nel romanzo una leggerezza di fondo, una freschezza nel modo di raccontare la storia che anche a distanza di dieci anni me lo ha fatto gustare in un soffio. Ed è incredibile pensare che possa risultare così moderno sia nell’impianto che nella prosa, considerando che la prima volta è stato pubblicato nel 1930. Dopo averlo letto e riletto capisco un po’ di più cosa piaceva al mio nonnino, cosa lo faceva ridere come un bambino anche passati gli ottanta anni e come mai una persona nata tra le due grandi guerre potesse ridere e capire i Simpsons.

La BUR lo ha ristampato da poco, fatevi un favore e leggetevelo in queste ultime settimane d’agosto.