lunedì 11 luglio 2011

Casino Totale - Jean-Claude Izzo

Aveva solo l'indirizzo. Rue des Pistoles, nel Vieux Quartier. Erano anni che non tornava a Marsiglia. Ora non aveva più scelta.
Era il 2 giugno, pioveva. Nonostante la pioggia, il tassista rifiutò di inoltrarsi nei vicoli. Lo fece scendere davanti a Montée-des-Accoules. Un centianio e più di scalini da salire e un dedalo di strade fino a rue des Pistoles. Il suolo era cosparso di sacchi di spazzatura sventrati e dalle strade saliva un odore acre, un misto di piscio, umidità e muffa. Unico grande cambiamento, il restauro del quartiere. Alcune case erano state demolite. Le facciate di altre ridipinte, in ocra e rosa, con persiane verdi e blu, all'italiana.
Di rue des Pistoles, probabilmente una delle più strette, rimaneva solo una metò, il lato pari. L'altro era stato raso al suolo, cos' come le case di rue Rodillat. Al loro posto, un parcheggio. Fu laprima cosa che vide sbucando all'angolo di rue de du Refuge. Qui, sembrava che i costruttori avessero fatto una pausa. Le case erano luride, fatiscenti, divorate da una vegetazione merdosa.
Era troppo presto, lo sapeva. Ma non aveva voglia di bere caffè in un bistrot, e aspettare, guardando l'orologio, un'ora decente per svegliare Lole. Sognava di berne uno in un vero appartamento, seduto comodamente. Da mesi non gli era pià successo. Appena lei aprì la porta, si diresse verso l'unica poltrona della stanza, come se fosse un'abitudine. Accarezzò il bracciolo e si sedette, lentamente, chiudendo gli occhi. Poi, finalmente, la guardò. Vent'anni dopo.
Stava in piedi. Dritta, come sempre. Le mani infilate nelle tasche di un accappatioio giallo paglierino. Quel colore dava alla sua pelle una luce più intensa e metteva in risalto i capelli neri, che ora portava corti. I fianchi, forse, le si erano allargati, ma non ne era sicuro. Era diventata una donna, ma non era cambiata. Lole, la zingara. Bella, da sempre.
"Prenderei volentieri un caffé"
Annuì. Senza una parola. Senza un sorriso. L'aveva strappata al sonno. Da un sogno in cui Manu e lei correvano a tutto gas, in macchina, verso Siviglia, incoscienti, con le tasche piene di soldi. Un sogno che faceva tutte le notti. Ma Manu era morto. Da tre mesi.

Casino Totale - Jean-Claude Izzo



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