Non c'è trucco non c'è inganno |
lunedì 26 marzo 2012
Lisa Bufano is mentally fine
martedì 6 marzo 2012
50/50 - Joseph Gordon Levitt & Seth Rogen contro Il Cancro
Inutile girarci intorno. |
GI Jane te lo sgrulla, amico. |
Frasi da non dire mai a chi ha il cancro. |
Bromance. |
"I don’t know why everybody’s so fucking scared to just say it, like, ‘you’re dying, dude.’ It makes it worse, that no one will just say it.” |
Rule 34 a parte, si intende. |
Detto questo, penso che comunque il film goda di interpretazioni molto buone soprattutto da parte di Levitt e Rogen. Quest'ultimo in particolare riesce a dire le sue battute atroci con il tono giusto che gli permette di far ridere senza sfociare nel ridicolo o nel forzato. E nonostante si percepisca la profonda amicizia che c'è tra i due, questa viene fuori dalle azioni e reazioni di uno nei confronti dell'altro invece che da momenti di stucchevole buonismo.
Certo, ci sono scampoli di cliché come i vecchietti arzilli che Levitt conosce durante la chemio, o la storia d'amore con la terapista che nasce durante la malattia e che intuiamo potrebbe funzionare una volta conclusosi il film. Si tratta di cliché gestiti abbastanza bene e risultano discretamente convincenti, grazie soprattutto a dialoghi che evitano quasi sempre frasi fatte e di circostanza e a situazioni che fanno più intuire che mostrare quello che pensa e prova il protagonista.
:iknowthefeelbro: |
Ma lo scopo del film non è mostrare quanto faccia schifo dal punto di vista fisico/fisiologico e possa essere ripugnante la malattia, per cui posso passarci sopra. Anche perché si riscatta evitando pietismo, scene strappalacrime (anche se un paio toccanti ci sono, ma di nuovo magari toccano me perché innestano ricordi) e non lesinando in umorismo.
A volte bisogna sentirselo dire. |
giovedì 1 marzo 2012
Corso di sceneggiatura a Genova
Settimana prossima parte la quarta edizione di Professione Sceneggiatore, il corso di narrazione tenuto da Sergio Badino.
Si tiene all'Accademia Ligustica e avete tempo per iscrivervi fino al 6 marzo, giorno d'inizio corso. Qua tutte le info.
Premesso che io e Sergio ci conosciamo da anni e che condividiamo lo stesso studio da qualche tempo, spendo due parole sul corso. Io l'ho seguito per tre anni di fila, per vari motivi.
Il primo anno avevo bisogno di rimettermi in moto dopo il periodo di malattia e ho pensato che un corso fosse uno sprone a ricominciare a fare. Perché scrivere è un'attività anche fisica. Così è stato, perché Sergio ha un approccio molto pratico alla scrittura. Si analizzano storie più o meno note per capire come funzionano, si studiano i principi della narrazione e soprattutto si scrive. Molto. Da una lezione all'altra c'è sempre un compito a casa da ideare, elucubrare e scrivere. Volendo sfruttare bene il corso, tocca prendere un ritmo costante alla tastiera, cosa che io avevo perso.
La pratica della scrittura è uno dei mattoni fondanti per chiunque voglia scrivere per lavoro. Questo martellare sulla pratica e sulla consegna dei compiti a casa di Sergio è stato ottimo per il sottoscritto.
Durante il corso inoltre ho avuto anche la fortuna di conoscere un po' di persone interessanti che amano la scrittura e con cui scambiare pareri sui propri lavori. Ed è un motivo in più per cui mi sono iscritto la seconda volta. Sentivo la necessità di mettermi in gioco con altri scrittori per imparare sia a scrivere meglio sia a saper discutere con sconosciuti del mio lavoro e del loro. Nel corso del corso ( heh ) si instaura una dialettica che ho trovato molto stimolante e utile. Si accumulano spunti, suggestioni e influenze che arricchiscono, non solo dal punto di vista professionale.
Inoltre durante secondo anno sono stato piacevolmente colpito da una cosa: Sergio ha rivisto e ricalibrato il corso mettendoci qualcosa di nuovo. Se la teoria si fonda su determinati principi che rimangono gli stessi, a cambiare sono gli esempi studiati per capire questi prinicpi. Per cui da un anno all'altro mi sono trovato a rivedere e smontare film diversi, a conoscere autori nuovi e soprattutto a dover fare compiti a casa radicalmente diversi dall'anno precedente. Credo sia un ottimo metodo per non rimanere fossilizzati sui propri orizzonti e provare a guardare più in là, che magari si scopre qualcosa che ci piace.
Motivo nuovo e foriero di cose interessanti per cui mi sono iscritto una terza volta, l'anno scorso. E sono convinto di aver fatto bene, perché ancora una volta ho conosciuto gente interessante con cui scambiare opinioni, ancora una volta Sergio ha fatto cose nuove che mi hanno fatto conoscere nuoti autori e nuove storie e ancora una volta ho dovuto fare un sacco di compiti, che mi hanno costretto a scrivere cose diverse dal solito facendomi usare stili e tecniche che non avevo mai provato. In sostanza, ogni anno mi sono trovato alla fine del corso più arricchito che all'inizio.
Per cui se vi interessa imparare a raccontare e avete voglia di mettervi in gioco, l'occasione è secondo me ghiotta.