giovedì 18 luglio 2013

Bernie non farebbe mai una cosa del genere.


Bernie è così amato dai suoi concittadini che quando confessa un omicidio nessuno gli crede. La cittadinanza è così compatta che il procuratore distrettuale è costretto a spostare il processo in un'altra contea per paura che lo decretino non colpevole

Ed è una storia vera.



Attualmente Bernie risiede in un carcere Texano dove sconta la pena per l'omicidio della sua amica e capa Marge. Bernie la uccise con alcuni colpi di fucile e ne tenne nascosta la morte per alcuni mesi, macerato dal senso di colpa e dalla paura di dover confessare un delitto del genere. Il corpo venne ritrovato solo quando l'avvocato della vittima si impuntò per vederla di persona per poter discutere di questioni d'affari. La famiglia di lei non si fece quasi mai viva e il resto della cittadinanza non si pose il problema di che fine avesse fatto. Perché l'amato Bernie rassicurava tutti che Marge stava bene, e dato che era antipatica a tutti non facevano troppe domande. E tutti rimasero tanto stupiti quanto increduli una volta che venne ritrovata in un congelatore a pozzetto.



Linklater nel dirigere la pellicola ha scelto un approccio a mezza strada tra il film vero e proprio e il documentario. Così noi veniamo a conoscere buona parte della storia e della caratterizzazione dei personaggi attraverso finte interviste con i concittadini di vittima e carnefice. Ma alcune di queste finte interviste sono fatte a veri concittadini che ricordano quanto fosse accaduto e del perché sono convinti che Bernie non sia colpevole.



Il fatto è che Bernie è una persona gentile. Non è un sociopatico, non sente le voci, non è un serial killer e soprattutto non è un violento. E' una persona normale che si prodiga in tutti i modi per poter aiutare il prossimo: aiuta i ragazzi della scuola facendo il direttore dei loro musical (e ogni tanto canta con loro, graziato da una grande voce), aiuta gli amici a compilare i moduli delle tasse e a fargli risparmiare i soldi, ha una fede sincera e aiuta la sua chiesa. Soprattutto prende sul serio il suo lavoro alle pompe funebri. Non solo è bravissimo a capire quando spingere i parenti a spendere qualche dollaro in più, ma è sincero nel suo controllare che le vedove reggano bene il lutto. Ha infatti l'abitudine di confortare le sue clienti nel periodo successivo al funerale del defunto, e senza malizia. E' così che conosce Marge, la vedova più ricca e più antipatica del paese. La sorella non le parla da 30 anni e i figli e i nipoti hanno rapporti con lei solo via avvocato.

Tra Bernie e Marge nasce un'amicizia che nel tempo si attorciglia in un rapporto prima di lavoro, quando lei lo assume come tuttofare, e poi si strangola in una situazione di soffocante dipendenza. Bernie si abitua troppo bene alla vita agiata che lei gli permette, e Muriel trova in lui un dipendente da angariare con richieste di ogni tipo. Fino a che lui sbotta e la uccide, ma solo perché si trova sotto mano un fucile carico.



Non è un omicidio premeditato, è solo un attimo di rabbia che sfoga mesi e mesi di frustrazione. Bernie non lo confessa subito perché non sa come affrontare quello che potrebbero pensare gli altri, ed è terrorizzato dall'idea di finire in prigione.

Cosa che rischia di non accadere nemmeno quando lo beccano e confessa, proprio perché i suoi concittadini pensano quasi tutti una cosa: che lui sia innocente. Anzi, che sia vittima di una congiura da parte di figli e nipoti di Marge per poter agguantare l'eredita. Lui confessa, ma nessuno se la beve.



Così il procuratore distrettuale decide di spostare il processo. Di norma è una procedura che si fa quando l'accusato rischia di trovarsi una giuria pregiudizievole e ostile. Questo pare sia il primo caso in cui capiti il contrario: il procuratore teme che lo assolvano perché sono già convinti che non possa essere stato lui. E il procuratore è incredulo di questa sorta di allucinazione di massa che non riesce a spiegarsi.

E l'atmosfera del film è proprio così, un po' incredula di quanto accade e viene raccontato. Nonostante l'omicidio venga mostrato, nonostante lo spettatore sappia che Bernie ha ucciso, sa anche che è una persona buona. Così tanto che, forse per senso di colpa o altro, nei messi successivi all'omicidio e precedenti la confessione, usa molti dei soldi di Marge per aiutare la sua comunità. E' vero che non confessa e che fa di tutto per tenere la cosa nascosta, ma non fugge, non tenta di fare sparire il corpo (lo infila nel congelatore subito dopo l'omicidio e poi non riesce più a toccarlo per l'orrore che prova) e appena lo beccano confessa tutto dall'inizio alla fine.



Questo clima un po' incredibile si regge in parte sullo stile molto piano e quasi didascalico di Linklater che cozza in un certo senso con una storia un po' grottesca. Tutto viene raccontato come se non ci fosse poi niente di strano in quanto accaduto, sempre ammesso che Bernie abbia davvero ucciso Marge. E l'altro punto di forza sono le interpretazioni.

Jack Black, Shirley MacLaine e Matthew McConaughey sono rispettivamente Bernie, Marge e il viceprocuratore. E tutti e tre riescono a spingere quel tanto che basta per rendere i loro personaggi strani e un po' fuori dalle righe, ma senza mai arrivare a renderli poco credibili o parodistici. Hanno tutti modi di fare e soprattutto di essere che non sono facilmente incasellabili nella media, ma sono tutti realistici e poco credibili quanto la storia di cui sono stati protagonisti.


Mentirei se vi dicessi che il film mi ha convinto al 100%, perché ha momenti in cui per me rallenta troppo e sembra girare a vuoto, però l'ho visto da qualche mese e i suoi personaggi continuano a tornarmi in mente. Soprattutto quando per strada o nei bar incrocio o sento parlare persone che non sono facilmente incasellabili. E' un film un po' storto come certe persone.


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