Le mie allucinazioni notturne escono dalle fottute
pareti.
Spesso di notte vedo cose che non esistono e sento
suoni senza origine.
L’immunosoppressore che assumo dal 2008 si chiama
Tacrolimus, come il nome di un mago sfigato in un romanzo fantasy di bassa categoria. Il nome commerciale è Advagraf, come il nome di un guerriero sfigato
compagno di sfighe di Tacrolimus. Insomma, se sapete disegnare e volete
alleggerire il post, vi ho dato uno spunto.
Il Tacrolimus ha una lunga riga di effetti
collaterali (qua ci sono tutti, mi pare). A volte mi lamento di quelli più fisici, tipo crampi, stanchezza o
fiacchezza. Ma ce ne sono alcuni di altro tipo, più neurologici o psicologici,
che a seconda del soggetto possono o meno farsi sentire, con intensità più o
meno serie. Una breve e incompleta lista di questi:
Difficoltà a dormire
Sintomi di ansietà
Confusione e disorientamento
Sbalzi d’umore
Incubi
Allucinazioni
Disturbi mentali
Compromessa capacità di scrivere
Depressione
Faccio finta di non leggere “compromessa capacità di
scrivere” (per quanto possa essere un’ottima scusa per quando quello che scrivo
mi fa cacare) e mi soffermo sul dinamico duo “Incubi&Allucinazioni”, che se
pare un titolo di richiamo per l’ennesima raccolta di racconti perturbanti, è
un discreto accelerante per far cagliare coglioni e umore del sottoscritto.
Per quel che mi riguarda le allucinazioni avvengono
durante la notte/sonno. Per ora. In letteratura medica questo tipo di
allucinazione viene studiato da parecchio ed è, nei casi meno complessi e/o
gravi, vista come quello che una volta veniva definito “sogno a occhi aperti” o anche "tiggiuro è entrato un angelo in camera da letto".
Insomma, non si tratterebbe di vere e proprie allucinazioni, quanto di sogni
che si fanno in quel momento in cui veglia e sonno si danno le ultime linguate
fugaci e palpatine fruganti prima di darsi il cambio.
Se questi incubi avvengono mentre ci si addormenta
vengono chiamate allucinazioni psicopompe. Se avvengono durante il
risveglio sono ipnopompe.
A me colgono le ipnopompe, spesso, volentieri e profonde.
Non tutte le notti, ma è raro che passi una settimana senza che qualche
ipnopompa mi colga alla sprovvista.
Farei volentieri a cambio con altro tipo di pompe. La
mia mail è qua a fianco, in caso ci siano volontarie.
Questo tipo di visioni me lo tiro dietro da qualche
anno. Il peggio è stato durante il post-trapianto vero e proprio (ne avevo
parlato qua) ma al momento pensavo fosse dovuto all’operazione in sé, oltre al
mix di non ricordo quanti farmaci e anestetici di cui ero imbottito. Invece
pare che tra i trapiantati sia un effetto collaterale diffuso e duraturo nel
tempo.
Per cui tocca conviverci.
Una cosa che mi ha stupito di queste visioni è quanto
siano intense e persistenti.
Ora, lo so, me ne rendo conto, magari siete convinti
che quella che io chiamo allucinazione o visione siano in realtà brutti sogni e che
io sia solo convinto di essere sveglio quando le vedo. Lo pensavo pure io.
Poi però, dato che mi sono rotto i coglioni di visioni
così improvvise e reali da farmi alzare dal letto di colpo col cuore a mille e andargli
incontro per scacciarle, ho rimuginato su una strategia per capire se davvero
sogno o son desto.
Per cui ora se durante la notte vedo un volto, o
svariati volti, senza lineamenti precisi ma dall’espressione infelice che si
muove sul muro, oppure una forma che si alza in spire dalla libreria, cerco di
calmare il respiro, la guardo e mi siedo sul letto. A volte mi alzo anche,
continuando a fissarla. Se, dopo essermi messo in posizione, il volto è ancora là che mi
fissa, allora mi dico che è normale. C’è davvero ma non esiste sul serio. È
solo un aspetto della mia nuova realtà di trapiantato. Poi fisso qualcosa di
vero, di solido e di materiale. Tipo le mie mani, che però non sembrano
appartenermi perché in questa atmosfera è un po’ tutto ad apparire in un altro
spazio. Poi torno sulla visione ed è ancora lì, o magari si è solo mossa di
poco.
E solo dopo una decina di secondi in cui sono sveglio,
cosciente e in piedi, e mi guardo intorno cercando qualcosa che mi sembri
davvero vero da poter usare come ancora del reale, allora è in quei momenti che
la visione sfuma. Il muro torna bianco, la libreria torna a essere la classica
libreria con una pila di libri in lettura e posso tornare a dormire.
Chiedendomi cosa vedrò una delle prossime notti.
Come dicevo, non mi capita tutte le notti, per
fortuna. In qualche modo riesco a razionalizzare la cosa in quanto conseguenza
dei farmaci e conviverci, per quanto abbia ricadute facilmente intuibili sul
mio ciclo sonno-veglia e sul mio sentirmi riposato e rilassato. Però.
Premesso che
A) sono vivo più per culo che per altro e che
B) queste visioni sono ben poca cosa rispetto a chi
soffre di allucinazioni davvero gravi e invalidanti,
cerco di non lamentarmi troppo.
Però da qualche anno per me il concetto di realtà
unica e inamovibile è stato un po’ scalfito dagli accadimenti. C’è stato un
prima e un dopo. Ci sono crepe profonde nel modo in cui vedo le cose, e non
parlo solo di quelle immaginarie. Cerco di fare buon viso a un gioco che se non è
stato cattivo non è stato nemmeno dei migliori.
Solo non vi stupite se il mio umore non è sempre straripante ilarità.
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