lunedì 23 maggio 2011

Il Vangelo secondo Biff - Christopher Moore

L'angelo stava vuotando e pulendo i suoi armadi qundo giunse la chiamata. Aureole e raggi di luna erano divisi in mucchi a seconda della luminosità, le sacche con l'ira e i foderi dei lampi erano appesi a ganci in attesa di essere spolverati. Da un otre in un angolo era fuorisciuta un po' di gloria che provvide ad asciugare con un tampone. Ogni volta che muoveva lo straccio, dall'armadio si levava un coro smorzato, come se avesse messo il coperchio su un vaso di sottaceti colmo di Alleluia.
"Raziel, in nome del cielo, cosa stai facendo?"
L'arcangelo Stephan era in piedi sopra di lui e brandiva una pergamena quasi stesse rimproverando un cucciolo con una rivista arrotolata.
"Ordini?" chiese l'angelo.
"Terra"
"Ci sono appena stato"
"Due millenni fa"
"Sul serio?" Raziel diede un'occhiata all'orologio e picchiettò il cristallo con un dito. "Ne sei sicuro?"
"Tu che ne pensi?" Gli porse la pergamena affinché potesse vedere il sigillo del Roveto Ardente.
"Quando devo partire? Qui ho quasi finito."
"Subito. Prendi il dono delle lingue e qualche miracolo minore. Niente armi, non si tratta di una faccenda di collera. Sarai sotto copertura. Resterai nell'omba ma avrai un ruolo importante. Troverai tutto nei tuoi ordini" Gli consegnò la pergamena.
"Perché proprio io?"
"E' stata la mia stessa domanda"
"Ebbene?"
"Mi è stato ricordato il motivo della cacciata degli angeli"




Il Vangelo secondo Biff - Christopher Moore

lunedì 16 maggio 2011

Il Visconte Dimezzato - Italo Calvino

C'era una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio, cavalcava per la pianura di Boemia diretto all'accampamento dei cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio. Le cicogne volavano basse, in bianchi stormi, traversando l'aria opaca e ferma.
– Perché tante cicogne? – chiese Medardo a Curzio, – dove volano?
Mio zio era nuovo arrivato, essendosi arruolato appena allora, per compiacere certi duchi nostri vicini impegnati in quella guerra. S'era munito d'un cavallo e d'uno scudiero all'ultimo castello in mano cristiana, e andava a presentarsi al quartiere imperiale.

– Volano ai campi di battaglia, – disse lo scudiero, tetro. – Ci accompagneranno per tutta la strada.

Il visconte Medardo aveva appreso che in quei paesi ilvolo delle cicogne è segno di fortuna; e voleva mostrarsi lieto di vederle. Ma si sentiva, suo malgrado, inquieto.
- Cosa mai può richiamare i trampolieri sui camdi di battaglia, Curzio? - chiese
- Anch'essi mangiano carne umana, ormai, - rispose lo scudiero, - da quando la carestia ha inaridito le campagne e la siccità ha seccato i fiumi. Dove ci son cadaveri, le cicogne e i fenicotteri e le gru hanno sostituito i corvi e gli avvoltoi.

Il visconte dimezzato - Italo Calvino




mercoledì 11 maggio 2011

On Stranger Tides - Tim Powers

Siamo nei Caraibi alla fine dell’età d’oro della pirateria. Jack deve suo malgrado unirsi ai pirati e si ritrova a combattere per la vita in un intreccio che annovera voodoo, zombie, stregoni vecchi e giovani, divinità africane, vascelli fantasma e pirati a carrettate. Tutto perché s’era imbarcato per le americhe in cerca di vendetta e per recuperare l’eredità che gli spetta. E invece gli, tra le altre cose, vedersela con Barbanera e la ricerca della fonte dell’eterna giovinezza. Ma Jack Shandy si rivela un uomo più coriaceo del previsto.


On Stranger Tides viene pubblicato negli USA nel 1987 e come potete intuire ha avuto una certa influenza su cinema, videogiochi e il generico immaginario piratesco degli ultimi anni. Tim Powers riesce a rivitalizzare il genere senza tradirlo. Ci sono gli abbordaggi, c’è la vita marinaresca, ci sono molti duelli alla spada ben coreografati che non sfigurerebbero recitati da Erroll Flynn e tutto è pervaso dalla vita pericolosa e incerta di chi vive sul mare. Senza sfociare in un gretto realismo, Powers restituisce la fatica, il dolore e il tedio del pirata medio, preso tra una scorribanda e l’altra dalla routine necessaria a tenere in vita la propria nave e le settimane passate alla fonda, tra una cena luculliana, noia e la perenne semi ubriachezza e solitudine.


E c’è la magia, presa dalla tradizione voodoo e i suoi Loa, inserita nel contesto realistico della vita piratesca e, gran colpo che funziona secondo il sottoscritto, ben intrecciata alla figura di Edward Teach, meglio noto come Barbanera. Quello che da tutti è considerato il più temibile dei pirati, sfruttava la sua già imponente figura alta e massiccia circondata da capelli e barba lunghi legandosi a questi micce accese che lo facevano sembrare un demone infernale. Per non parlare dell’abitudine di bere rum misto a polvere nera dopo averla accesa e la sua mano ferma ma, a quanto pare giusta, nei confronti dei suoi uomini. Fin qui la realtà storica. Powers se ne esce con una spiegazione affascinante del suo comportamento eccentrico e della sua fine, prendendo un uomo leggendario e rendendolo ancora più grande senza rovinarlo. Impresa non da poco. Barbanera aleggia su tutta la narrazione, sia quando di lui si parla senza che sia in scena, ancora di più quando si mostra e scompare come meglio crede.


Grande romanzo in cui l’azione la fa da padrone ma lascia spazio a una certa malinconia di fondo che spunta nei pensieri di Jack Shandy e nel generale senso di fine di un’era memorabile. In Italiano è stato tradotto come Mari Stregati da Fanucci una decina d’anni fa. Non si trova facilmente ma non mi stupirei se ne tirassero fuori una nuova di pacca col faccione di Johnny Depp in copertina, dato che il prossimo Pirati dei caraibi è basato sul romanzo di Powers.

EDIT E UPDATE:

il buon vecchio dave mi ha fatto notare che in effetti la fanucci lo ha ripubblicato col faccione di Depp in copertina:



giuro che non lo sapevo. Vabbè, ora non avete scuse per non leggerlo!

lunedì 9 maggio 2011

L'isola dell'angelo caduto - Carlo Lucarelli

Da allora, anche anni e anni dopo che gli eventi si furono conclusi, conclusi e mai dimenticati, ogni volta che guardava il mare, e vedeva la schiuma di un'onda spaccarsi su uno scoglio, e sentiva le gocce che si schiacciavano sul vetro della finestra a cui appoggiava la fronte, ogni volta, ovunque si trovasse, gli tornava in mente la notte che arrivò sull'isola.
Era così buio quella notte che il vielo e il mare erano la stessa cosa, talmente neri e stretti e lucidi che sembrava di stare sospesi nel vuoto. E se serrava le palpebre, e le copriva con la mano, e premeva, forte, lo spazio che vedeva dietro gli occhi, cieco come quello in cui si formano i pensieri, era nero come quel mare e quel cielo, infinito e nero. E anche il sale che gli toccava le labbra, e quel sapore sottile di petrolio e motore e il sospiro appena soffiato del legno che sfiorava il mare sembravano venire dal niente e svanire subito nel silenzio opaco e nell'odore immbobile di quella notte. Mentre sedeva rigido in fondo alla barca, schiacciato dalla nausea e dall'angoscia, sentiva Hana rabbrividire di un freddo innatural e stringergli il braccio, attaccata a lui come se avesse paura di cadere in acqua.


L'isola dell'angelo caduto - Carlo Lucarelli




lunedì 2 maggio 2011

Babel 17 - Samuel R. Delany

It's a port city.

Here fumes rust the sky, the General thought. Industrial gases flushed the evening with oranges, salmons, purples with too much red. West, ascending and descending transports, shuttling cargoes to stellarcenters and satellites, lacerated the clouds. It's a rotten poor city too, thought the General, turning the corner by the garbage-strewn curb.

Since the Invasion six ruinous embargoes for months apiece had strangled this city whose lifeline must pulse with interstellar commerce to survive. Sequestered, how could this city exist? Six times in twenty years he'd asked himself that. Answer? It couldn't.

Panics, riots, burnings, twice cannibalism--



giovedì 21 aprile 2011

The Maltese Falcon - Dashiell Hammett

Samuel Spade's jaw was long and bony, his chin a jutting v under the more flexible v of his mouth. His nostrils curved back to make another, smaller, v. His yellow-gray eyes were horizontal. The v motif was picked up again by thickish brows rising outward from twin creases above a hooked nose, and his pale brown hair grew down - from high flat temples - in a point on his forehead. He looked rather pleasantly like a blond stain.
He said to Effie Perine: "Yes, sweetheart?".



lunedì 4 aprile 2011

Tavole di Resistenza a Fano

Mercoledì 6 aprile Sergio presenterà Tavole di Resistenza a Fano, presso la libreria Zazie.


Maggiori info sull'evento qui.

Di Tavole di resistenza vi ho già parlato un paio di volte, qua e qua. La mia tavola con protagonista il mio nonnino è stata disegnata da Federico Franzò, ravanate il suo blog per vedere un po' di suoi lavori.

E' bello vedere che a distanza di due anni dalla prima mostra il volume continui a generare interesse. Merito della perseveranza con cui Sergio continua a segurie il progetto. Se siete da quelle parti fateci un salto.