venerdì 21 marzo 2008

Batman - La lunga strada dell vendetta - Joe R. Lansdale

Scritto da Joe R Lansdale, protagonista Batman.

Un libro che sulla carta ( :v ) aveva le potenzialità del capolavoro per appassionati mi ha lasciato in realtà piuttosto freddo facendomi però riflettere sulle difficoltà nell'utilizzare personaggi noti e dalla lunga tradizione.

Lansdale imbastisce una storia vicina alle proprie corde in cui pulp, horror e investigazione si amalgamano bene sfruttando in maniera interessante la tematica totemica di matrice pellerossa e tratteggiando un cattivo che seppur sa di già visto nella sua natura non è troppo banale nella sua combattuta psicologia.

Trattandosi di Lansdale i dialoghi riescono a essere spesso molto divertenti e in generale sempre brillanti.

Cosa quindi non mi ha sfagiolato del romanzo? Semplicemente il Batman tratteggiato da J.R. è lontano dalla mia personale sensibilità, il che è una questione squisitamente soggettiva, però a mio avviso il Cavaliere Oscuro ha pure poco peso all'interno dell'economia della storia. Vedo di spiegarmi.

Il primo punto ci può stare perfettamente: Lansdale riprendere un Batman molto vicino alla sensibilità anni '50-'60 quando il Crociato incappucciato era un membro onorario della polizia(A), faceva parte del Club Degli Investigatori(B) e partecipava ai pic-nic cittadini(C). Era insomma una figura lontana dal Batman post-Miller (ma anche post-Adams) che mi ha brasato il cervello da adolescente, una figura più vicina alla gente e che risulta antiquata e poco credibile al di fuori di operazioni metacazzeggianti e nostalgiche come ad esempio il Tom Strong di Moore. Aggiungere un diario personale in cui Bruce si lamenta come l'ultimo degli emostronzi non mi ha aiutato nella suspension of disbilief.

Ma come detto, questione di gusti.

Altri aspetti invece mi sembrano più legati alla struttura del romanzo, a partire da una scarsa presenza del Cavaliere Oscuro che appare (vado a memoria, chiedo perdono) intorno alla 50esima pagina e continua a latitare per buona parte del romanzo, lasciando il campo al co-protagonista, al cattivaccio e a una discreta corte di comparse. Personaggi tutt'altro che scialbi o inutili, ma se ho comprato un romanzo con in copertina un pipistrello stilizzato é perché volevo una storia di Batman, non le sciamaniche disavventure di un pellerossa depresso.

Non si tratta nemmeno di un'assenza che aumenta l'aura di mistero, attesa e timore reverenziale nei confronti del Pipistrello, al punto che in una breve sequenza il buon vecchio Batman accompagna una ragazza madre appena salvata a comprare i pannolini per il suo bambino.

Lo strafottuto Batman entra in un minimarket e compra dei pannolini per bambino. Sembra l'inizio di una barzelletta e vi assicuro vorrei lo fosse.

Non è comunque un disastro completo. Lansdale da il giusto peso alla parte investigativa della vicenda, sottolineando un aspetto che troppo spesso pare dimenticato da chi si trova a scrivere le storie del più grande detective del mondo. Inoltre il ritmo generale del romanzo è incalzante e non ha praticamente momenti di noia, ma questo trattandosi di Lansdale non è una sorpresa.

Come non sono una sorpresa il generale senso dell'assurdo e del grottesco che si avverta lungo l'avvicendarsi della storia ne i dialoghi frizzanti e ben congegnati.

Ma è nuovamente sui dialoghi che, secondo me, Lansdale mostra la sua difficoltà a trattare Batman e i personaggi di raccordo come sono e non come sarebbero se fossero stati ideati da lui. Qui sotto trovate un paio di scambi tra Batman e il fido maggiordomo Alfred, un momento tipico del canone batmaniano in cui il rapporto in bilico tra l'amicale e il paterno tra i due viene spesso a galla attraverso frecciate di Alfred indirizzate a Padron Bruce.

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Personalmente mi pare che Lansdale sbraghi calcando troppo la mano e passando dall'ironico al comico, con un Alfred troppo compiaciuto.

Lettura quindi a suo modo istruttiva perché, forse a causa del suo essere un romanzo autocnclusivo, fa saltare all'occhio più di molti fumetti i problemi che si devono affrontare quando ci si trova a scrivere un personaggio istituzionalizzato e seriale.

Nei prossimi giorni conto di ritornare sulla natura del cattivone del romanzo.

Reperto A

Reperto B

Reperto C


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