Ho letto un solo romanzo scritto da Brandon Sanderson, il
primo capitolo della saga Mistborn intitolato The Final Empire. Non mi è
piaciuto. Quindi mi sono iscritto a uno suo workshop. Per farla brevissima e
dirla all'inglese, il suo romanzo non è la mia tazza di tea. Nonostante le idee
e gli spunti, che trovo molto interessanti, il modo di scrivere di Sanderson è
parecchio distante da quello che mi piace leggere. Che è il motivo per cui mi
sono iscritto al workshop. Ed è stato molto stimolante.
Brandon Sanderson non sta fermo un secondo quando spiega |
Non è detto che essere giardiniere o architetto sia una
condanna a vita e, anzi, Brandon dice che per evitare di rimanere troppo incappucciati
in un solo modo di scrivere, può essere un'ottima idea tentare un po' tutte e
due gli approcci. Ad esempio dice di trovarsi bene con il cappuccio da architetto
quando si tratta di creare la trama e il world buliding, ma pensa sia meglio
diventare un po' giardinieri nel momento in cui si lavora ai personaggi. Questo
perché, secondo lui, i personaggi spesso dettano la trama e non è raro che
un'idea per cambiare la trama, o magari far nascere una sottotrama, possa
nascere da qualche rimuginamento su di un personaggio.
Copertina di Sam Green |
mistery
relationship
adventure
issue
horror
idea
e altre che possono, o non possono, entrare nella storia.
Perché il punto di costruire la trama e i personaggi è proprio quello di fare
scelte precise che aiutino la storia, non buttare dentro cose a caso e andare
per accumulo tanto per. I metodi servono proprio a questo: darsi modo di
chiarirsi le idee e rendersi conto di che si scrive e come.
Uno dei modi che usa per tenere traccia delle sottotrame e vedere
come si intersecano tra loro è quello dei bracket. Io, per chiarirmi le idee,
ho tradotto bracket come parentesi perché il principio mi pare chiaro: se apro
la sottotrama A, poi la B e poi la C, non sono obbligato a chiuderle per forza
in sequenza C, B e poi A. Posso benissimo, dopo aver aperto A, B e C, chiudere
B, poi A e poi C, o altre combinazioni che trovo utili. L'importante è ricordarsi di chiudere le parentesi, che poi
entra freddo e le cose si raffreddano.
"It's okay to suck!", soprattutto agli inizi,
soprattutto alla prima stesura.
"Figure out what works for you!", che è un po' una
buona sintesi di quello che mi spinge a seguire workshop di scrittura
nonostante scriva per lavoro da qualche tempo: quando si ha la fortuna di
sentire uno bravo a spiegarsi, si finisce sempre per imparare qualcosa.
Anche quando uno scrive in un modo che non mi piace, e
lavora utilizzando metodi che io non trovo utili: sentire le sue ragioni del perché
attua certe scelte mi costringe a trovare dei buoni motivi del perché io non le
trovo utili o efficaci. Un esercizio mentale che mi aiuta a non dare per
scontate certe mie scelte e a metterle in discussione, magari rifinendole e
migliorandole nel tempo.
Se non mi piace come scrive, Sanderson mi pare invece uno molto bravo a spiegarsi e a tenere cattedra, che non è cosa scontata: immagino tutti
noi si abbia almeno un ricordo di professore competente ma noiosissimo da sentire. Brandon
invece è stato chiaro, conciso, brillante e si è sforzato di essere
comprensibile pur parlando solo inglese e non utilizzando traduttore. Ha
inoltre risposto a diverse domande degli studenti inserendo le risposte in
maniera organica nel discorso generale, e ha consigliato alcuni libri da
leggere sia per divertimento che per vedere esempi pratici di quanto discusso. In
un incontro di due ore si può parlare di scrittura solo fino a un certo punto,
ma è stato secondo me bravo a sfruttare il tempo in maniera utile e lasciare la
voglia di approfondire diversi spunti. Tanto che nei mesi successi al workshop
mi sono anche guardato un paio di sue lecture che trovate su youtube (una è qui, ma ravanate che se ne trovano altre), interessanti pure loro.
Insomma, l'idea di leggere un altro suo romanzo mi attira
molto poco ma la noia provata dalla lettura di Mistborn è stata ampiamente
ripagata da una lezione stimolante e ben fatta.
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