Da Wikipedia: La reingegnerizzazione o ingegneria inversa (spesso si usa il termine inglese reverse engineering elettrico, un programma ) è il processo di prendere qualcosa (un dispositivo, un componente, un software, ecc.) e analizzarne in dettaglio il funzionamento, solitamente con l'intenzione di costruire un nuovo dispositivo o programma che faccia la stessa cosa senza in realtà copiare niente dall'originale; ovvero realizzare un secondo dispositivo, componente o programma in grado di interfacciarsi con il primo.
In un certo senso quando si vuole imparare a scrivere si applica lo stesso procedimento alle storie, nel mio caso alle storie a fumetti.
Molti sceneggiatori di cui ho letto interviste o con cui ho avuto la fortuna di parlare consigliano agli esordienti di studiare i fumetti direttamente sulle pagine dei fumetti, analizzando le storie lette e provando a riscriverle per capire come funzionano e poter così poi scrivere le proprie. Letta una storia uno può quindi provare a desumerne il soggetto e la sceneggiatura. Praticamente reverse engineering.
Sorge però un problema non da poco: una volta che io mi sono tirato giù soggetto e sceneggiatura, come faccio a capire che funzionano sul serio e non che la storia mi torni solo perché l'ho letta già disegnata e involontariamente considero chiari punti in realtà mal descritti?
Le soluzioni sono due:
A) Avere una capacità d'autoanalisi estremamente sviluppata.
B) Avere la possibilità di leggere soggetto e sceneggiatura originali e raffrontarle con le vostre.
Per mia fortuna capita quindi a fagiuolo la pubblicazione da parte di Sergio sul proprio blog del soggetto e della sceneggiatura della sua storia Topolino e il segreto del vecchio Ben, pubblicata sul n° 2730 del settimanale di casa Disney.
Una volta letta la storia mi sono quindi tirato giù il soggetto (clicca qui per scaricarlo) e solo a questo punto ho guardato l'originale di Sergio, notando subito come il mio sia più breve di quasi mezza cartella, per la precisione di 551 battute. Sarebbe bello dire che sono un mostro di sintesi ma la realtà è che se Sergio è il mio Prof un motivo ci sarà pure, anzi più di uno e ve li indico di seguito.
Nel mio soggetto ho dimenticato di inserire:
- Il molo privato proprietà dei due zii di Minnie
- Il fatto che lo zio Lou dopo l'iniziale freddezza dimostrata verso Topolino lo aiuti perché quest'ultimo vuole dare una lezione al poco di buono Burt Sawyer
- Il fatto che lo zio Lou si infuri perché, con la quasi cattura del luccio da parte di Topolino, tutti vorranno pescarlo e la caccia non sarà più una cosa a due
- Le motivazioni che hanno spinto lo sceriffo a compiere il furto
E non è detto che non vi siano altri punti della mia versione che a me risultano chiari e coerenti ma in realtà non lo sono, ergo se vi balza qualcosa all'occhio sentitevi liberi di usare i commenti qui sotto.
A questo punto non sarebbe male nemmeno capire per quale motivo non ho sottolineato quei punti nel mio soggetto: distrazione o scelta più o meno deliberata?
Per quanto riguarda le prime tre, distrazione pura, non ci sono scuse che tengano. Il primo punto rende più credibile il modus operandi dei ladri e gli altri due danno più motivazioni a Lou rendendolo più reale ma sul momento non vi ho prestato la dovuta attenzione.
Il quarto punto invece è stata una scelta deliberata figlia del seguente ragionamento: i cattivi della storia sono due ladri, rubano per i soldi e non perché costretti da forze esterne, quindi il motivo che li spinge a farlo non mi cambia di una virgola il tutto.
Se, forse, questo ragionamento fila dal punto di vista tecnico non inficiando il funzionamento della trama, è però vero che emozionalmente uno sceriffo che ruba perché si e basta è troppo arido e freddo, mentre la motivazione usata da Sergio rende il tutto più umano e caldo.
Chapeau.
P.S.
grazie all'amicicio Rae per l'hosting del soggetto :lode: