Triple Threat Watch: in cui vi parlo di tre film in qualche modo collegati tra loro. Qua trovate l'intro al TTW, e qua sotto la terza entrata, dedicata a Mad Max Beyond the Thunderdome, del 1986. Qui la prima e qui la seconda e qui la terza.
Tre film entrano, uno solo ne
esce!
E bene o male credo siamo
tutti d’accordo nel dire che a uscirne vincitore è il secondo, Road Warrior.
Però l’idea del Triple Threat
Watch non è tanto quella di decretare un vincitore, ma di rimuginare su film
che per un motivo o per l’altro hanno qualcosa di simile. Qui abbiamo lo stesso
protagonista che si muove nello stesso mondo. Con l’interessante aggiunta che
il mondo in cui si muove cambia intorno a lui, e non cambia mica poco.
Se ci si pensa le differenze
che abbiamo tra il primo e il secondo film sono così forti che potrebbero quasi
essere storie del tutto separate. Anzi, in un certo senso è così. A occhio
direi che il secondo film sia una storia che sta in piedi da sola, contenuto in
se stesso. Forte della sua trama ridotta all’osso che rientra nella lunga e
sfaccettata tradizione del:
uno straniero arriva in una
città piena di gente onesta funestata da un gruppo di cattivi, e fa il culo ai
cattivi
si tratta di una storia in
cui tutto viene giocato su atmosfera, ambientazione, interpretazioni e capacità
del regista di rendere tutto interessante e affascinante. Anche togliendo
l’intro in flashback e il voice-over che ci fanno sapere il passato di Max, non
perdiamo un granché. Un po’ perché il film ci mostra molto bene come funzionano
le cose in questo mondo, un po’ perché è il comportamento di Max all’interno
della pellicola a farci sapere con chi abbiamo a che fare.
Certo, sapere che ha perso la
famiglia e come aggiungono qualcosa di tragico, ma come dice Pappagallo
“Abbiamo tutti perso qualcuno, non pensare di essere speciale.”.
E in effetti Max non è un
personaggio particolarmente speciale. Non ha poteri, non ha capacità che lo
rendano diverso dagli altri, fatta eccezione per le qualità che ogni eroe deve
avere: non molla, è furbo, preparato. Ma, a parte l’orrendo mullet che gli
spunta nel terzo, è un uomo normale che si muove in un mondo assurdo.
Che è l’altra cosa ad avermi
colpito nel rivedere i film. Pur non potendolo considerare un eroe, dato che
come ci ricorda lui è li solo per la benzina, Max rimane tra i personaggi più
“eroici” del film. Ma non tanto per coraggio o sprezzo del pericolo superiore
alla norma, quanto per l’assenza di certe caratteristiche nella non-società che
lo circonda.
Nel primo film gira le spalle
alla polizia.
Nel secondo aiuta i villici
per la benzina prima, e poi perché non ha altra possibilità di sopravvivenza.
Nel terzo, ok, aiuta dei
bambini, ma non bisogna essere eroi per trovare discutibile che dei bambini
vengano stuprati e mangiati. E forse non in questo ordine.
Altra evoluzione evidente è
l’intrusione dell’umorismo a partire dalla seconda pellicola. Se nella prima
l’unica cosa che possa strappare una risata è l’aspetto grottesco di alcuni
personaggi e di alcune situazioni, che sfocia comunque più da un fastidio che
si prova guardando persone fare qualcosa che stride, nel secondo l’ironia è più
buffa.
Pensate a quando il pilota
dell’autogiro è tenuto sotto minaccia dal cane di Max, o sempre il pilota cerca
di sedurre LaBella™ dei villici. Sono moneti brevi, ben calibrati, che non
scalfiscono mai la violenza di tutto ciò che accade. Al contrario del terzo
film, in cui l’umorismo non è più solo momento eccezionale tra un mare di
dolore e nichilismo, ma compagno dell’azione che porta la pellicola più vicina
a quel concetto di action moderno a la Commando.
Il che mi porta a notare come
nei primi due film non ci siano praticamente i tipici one-liner da eroe d’azione,
che scarseggiano pure nel terzo. E questo perché Max è, per lo meno in queste
tre pellicole, un giustizie vecchia scuola e non un action-figure che se gli
tiri la cordicella spara col bazooka come fosse un revolver.
Insomma, per me è stata una
re-visione molto più fica di quanto m’aspettassi che mi ha solo fatto aumentare
allo stesso tempo la scimmia e la paura di vedere Fury Road.
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